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Terni. Oggi l’iniziativa “Licenziamo Renzi, nazionalizziamo l’Ast”

Sulla vicenda della crisi dell’Ast, oggi a Terni ci sarà un incontro pubblico “Ast: licenziamo Renzi, difendiamo il lavoro, riprendiamoci la fabbrica”. L’appuntamento è alle ore 17.00 Hotel Garden Terni – sala Garden. All’inconto parteciperanno Francesco Rizzo, RSU e coordinatore USB ILVA Taranto, Franca Peroni dell’ Esecutivo nazionale confederale USB. Introduce la discussione Graziella Cetorelli dell’Esecutivo USB di Terni. Sono stati invitati RSU, lavoratori, politici e cittadini.
Mentre il signor Renzi, segretario del PD nonché capo del Governo, esprime il proprio rammarico ed il terrore per i destini dei lavoratori dell AST di Terni, in Parlamento e nella direzione del suo partito impone leggi che incentivano il licenziamento senza giusta causa. Questo Governo, che non ha nessun progetto di politica industriale, non può fare alcun investimento produttivo, perché subalterno alla Banca Europea e nel contempo persegue l’abrogazione dell’art.18, il demansionamento, la riduzione degli ammortizzatori sociali e delle tutele su salute e sicurezza.

L’Unione Sindacale di Base, da sempre alla testa delle lotte per la difesa dei diritti del lavoro, invita tutto il mondo del lavoro, privato e pubblico ternano, a mobilitarsi in difesa delle Acciaierie di Terni.
La lotta non può essere solo locale, ma deve essere innanzitutto contro le politiche del Governo italiano e dell’Europa, che mettono in ginocchio l’economia del nostro Paese; proprio su questi temi, per il giorno 24 ottobre l’USB ha dichiarato lo Sciopero Generale, unica Organizzazione Sindacale del nostro Paese a farlo.
La piattaforma dello sciopero ha alla base l’opposizione alla dittatura della Troika europea, per il rilancio dell’industria del nostro Paese, a difesa dell’occupazione, a difesa del lavoro pubblico, contro l’imbroglio e le illusioni del governo Renzi.
La mobilitazione del giorno 17 a Terni rappresenta un importante tassello dello stesso sciopero generale con l’obiettivo di NAZIONALIZZARE L’AZIENDA, per sottrarla ai continui ricatti di chiusura. Solo la  nazionalizzazione delle industrie strategiche, attraverso un ruolo attivo della Stato, che si doti di un piano di politica industriale, può salvare l’AST.
Thyssen, Fiat, Ilva, non possono essere affrontate come casi singoli, ma sono tante facce dello stesso problema che si chiama politica economica europea, spending review, governi di unità nazionale.
L’esempio della lotta dei lavoratori dell’ILVA è una dimostrazione che, solo uscendo dalla subalternità all’impresa, la cosiddetta concertazione, si può diventare reali interlocutori del Governo e del padrone difendendo l’occupazione, la salute, l’ambiente ed il proprio territorio.
Il sindacato confederale, con la richiesta generica di difendere l’occupazione, escludendo l’intervento dello Stato, non porterà alla salvezza le Acciaierie, ma solo ad una rateizzazione del danno, rinviando la catastrofe. Il piano proposto dal Governo, sostenuto dalle Istituzioni Umbre (si vedano le ultime dichiarazioni della Presidente Marini) nasconde le ragioni strutturali della crisi, accetta la riduzione della produzione, rende antieconomica l’impresa, condanna alla chiusura certa il sito produttivo di Terni.
L’azienda userà momentaneamente lo spettro dei licenziamenti per ottenere vantaggi economici, per saccheggiare il sito produttivo ed il territorio, accaparrandosi fondi statali ed europei per poi migrare nuovamente verso nuove speculazioni, lasciandosi alle spalle disoccupazione e disastri ambientali (Marchionne, con cui flirta Renzi, insegna).

Per illustrare le proposte dell USB, Mercoledì 15 alle ore 17.00, presso la Sala Garden dell Hotel Garden di Terni, con la presenza di responsabili nazionali confederali di USB, Franca Peroni dell’Esecutivo nazionale, Francesco Rizzo coordinatore USB dell’ILVA di Taranto e responsabile siderurgia, Graziella Cetorelli dell’Esecutivo USB Terni, è indetto un incontro a cui sono invitati lavoratori, politici e città.

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