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Roma. Alla Sda crumiri e poliziotti sfondano picchetto. Tre feriti

All’SDA di via di Salone a Roma, un gruppetto di capiturno ha attaccto il picchetto dei lavoratori con mazze e caschi. Tre lavoratori sono finiti in ospedale, diversi compagni feriti. Un attacco fascista premeditato che comunque non è stato in grado di fermare la lotta e il blocco delle merci, anche grazie all’alta adesione registrata dallo sciopero.

Con la lotta compatta i lavoratori SDA vincono, respingendo l’aggressione squadrista di Roma
SDA ha tentato la carta dello squadrismo antioperaio, ma ha dovuto cedere di fronte alla compattezza dei lavoratori organizzati nel SI Cobas.

Mentre i lavoratori della SDA di Bologna erano ancora in sciopero contro SDA che teneva chiuso un magazzino pur di non far entrare 13 lavoratori perché attivisti SI Cobas, nonostante fossero nella lista concordata in Prefettura per il rientro, a Roma, al magazzino Roma 1, questa mattina SDA è ricorsa allo squadrismo per cercare di stroncare lo sciopero di solidarietà con i compagni di Bologna. Una squadraccia di una decina di picchiatori, capeggiati dal capo gruppo degli autisti, sono usciti dal magazzino, e dopo essersi mescolati con il picchetto dei lavoratori ai cancelli hanno estratto manganelli retrattili e colpito selvaggiamente alla testa tutti i lavoratori che sono riusciti a colpire, mandandone quattro all’ospedale (uno dovrà sottoporsi ad operazione per salvare l’occhio).

Tutto questo sotto gli occhi della celere, la cui azione è consistita nel caricare dei solidali che stavano accorrendo a sostegno dei lavoratori in sciopero, e poi minacciare di caricare il picchetto che stava resistendo, mentre il capo-squadrista rientrava in magazzino e si rimetteva la divisa. L’aggressione non è stata perpetrata nel più grande hub SDA di Roma, dove la grande maggioranza dei lavoratori aderisce al SI Cobas, ma in un magazzino minore dove i lavoratori organizzati sono ancora una minoranza. Dopo l’azione SDA ha comunicato che 20 lavoratori, presenti al picchetto, non sarebbero più stati ammessi al lavoro.

È un fatto gravissimo, perché evidentemente orchestrato dalla dirigenza di SDA e verosimilmente della controllante Poste Italiane, con l’evidente connivenza, anzi cooperazione delle “forze dell’ordine” borghese.

Una riedizione del metodo fascista da parte da un settore del grande capitale statale, con la copertura dello Stato contro i lavoratori in lotta.
Ma di fronte alla tenacia dei lavoratori di Bologna, in sciopero praticamente dall’inizio del mese, e alla scesa in sciopero dei lavoratori SDA di Carpiano (Milano), SDA ha dovuto cedere e far rientrare i tredici su cui aveva posto il veto. Ma i lavoratori di Bologna sono rimasti fuori del magazzino per altre tre ore, pur avendo ottenuto tutto ciò che avevano chiesto, fino a quando SDA non ha firmato il rientro degli scioperanti di Roma 1.

I lavoratori della SDA di Bologna possono rientrare al lavoro a testa alta, anche se la ristrutturazione del magazzino richiederà nuove prove di unità e di lotta.

Coordinamento nazionale Si Cobas

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