Con un secco comunicato, oggi il Presidente del gruppo Alitalia Sai, Luca Cordero di Montezemolo annuncia le dimissioni per ragioni personali dell’AD Silvano Cassano.
Al di là delle rassicurazioni date ai lavoratori, si tratta di una notizia che spiazza e desta inquietudine e preoccupazione.
Questo terremoto negli assetti di governance del Gruppo Sai arriva a soli nove mesi dall’inizio dell’attività della nuova azienda. Il 4 giugno scorso, a valle di 2.551 licenziamenti della Cai, è stata lanciata la promessa di una “nuova Alitalia a 5 stelle” proprio da Hogan e Cassano alla presenza di Renzi.
L’USB chiede ad Alitalia Sai di chiarire se si tratta di una riorganizzazione interna, quali siano “le strategie di trasformazione del business” annunciate da Montezemolo o se ci siano problemi diversi e se gli audaci progetti, fatti sulla pelle dei lavoratori mandati a casa, non stiano dando i risultati sperati, come si apprende da più fonti di informazione.
Sullo sfondo di questo scenario si staglia la drammatica vicenda di Alitalia Maintenance Systems, eccellenza della manutenzione tecnica aeronautica partecipata da Alitalia Sai, che in queste ore sta correndo verso un fallimento annunciato dopo che gli impegni presi dal gruppo giordano Panmed sono svaniti come neve al sole.
L’USB domanda al Governo che fine ha fatto il preliminare accordo per il salvataggio della AMS, promosso dall’allora Ministro Lupi, dalla Panmed e dalla Cai.
A distanza di sette anni dalla frantumazione della ex compagnia di bandiera Alitalia Lai continuiamo ad assistere al dissesto del tessuto tecnico e industriale del trasporto aereo e del valore delle produzioni di altissima specializzazione. Il Governo intervenga dunque con urgenza per dare un futuro al settore, partendo dai 240 lavoratori di AMS, per ricostruire quella parte dell’industria tecnica aeronautica che è stata orgoglio nazionale.
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