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Il tempo degli spostamenti è orario di lavoro. Importante sentenza della Corte Europea

E’ arrivata una importante pronuncia della Corte di Giustizia europea in materia di orario di lavoro: “Il tempo di spostamento deve essere considerato come orario di lavoro”. Più precisamente, i lavoratori che non hanno un luogo di lavoro fisso e abituale hanno diritto a vedersi riconosciuto come orario di lavoro retribuito gli “spostamenti quotidiani dal proprio domicilio ai luoghi in cui si trovano il primo e l’ultimo cliente indicati dal datore di lavoro”.

La sentenza ha un impatto importante sulla determinazione dell’orario di lavoro (e relativi limiti e riposi spettanti) e della retribuzione spettante ai lavoratori che abitualmente svolgono lavori e mansioni per le quali l’utilizzo dell’automobile (aziendale e non) è d’obbligo, come ad esempio i dipendenti addetti alle vendite ed ai rapporti con la clientela. La sentenza chiarisce in quali casi va retribuito il tragitto casa-lavoro.

Secondo la Corte, nel caso in questione, quello dei lavoratori che lavorano svolgendo una mansione per la quale sono abitualmente impegnati in spostamenti quotidiani, essendo i lavoratori sostanzialmente “a disposizione del datore di lavoro”, di fatto mettono le proprie energie lavorative a disposizione di quest’ultimo anche nei trasferimenti casa-lavoro, o per meglio dire, nei trasferimenti dalla propria abitazione al primo cliente (ad inizio giornata lavorativa) e dall’ultimo cliente al proprio domicilio (a fine giornata lavorativa).

Sono orario di lavoro gli spostamenti, chiarisce la Corte, solo nel caso in cui i clienti da raggiungere sono indicati dal datore di lavoro giorno per giorno. E pertanto in questo caso il datore di lavoro sottopone il lavoratore al proprio potere direttivo e di controllo.

 

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