Hanno trascorso la notte sui ponteggi, sotto la pioggia battente che ha incessantemente bagnato la capitale: è stato questo l’otto marzo delle educatrici e maestre precarie del Comune di Roma, che dal pomeriggio di ieri protestano in piazza Madonna di Loreto.
“La battaglia delle precarie dei nidi e della scuola d’infanzia, che l’USB sostiene da anni sia a Roma che in tante altre città, è un emblema della condizione delle donne nel nostro Paese e dell’importanza che viene assegnata ai servizi educativi e scolastici”, dichiara dalle impalcature Irene Germini, precaria eletta RSU dell’USB di Roma Capitale.
“Anche questo otto marzo abbiamo sentito le solite belle parole sulla difesa dei diritti delle donne, contro la discriminazione e contro la violenza – sottolinea la sindacalista – ma la verità è che sulle nostre vite incide pesantemente il precariato, con tutto ciò che questa condizione comporta, e che se si volesse passare dalle parole ai fatti bisognerebbe cancellarlo, cominciando a dare una prospettiva alle oltre 5.000 educatrici e maestre, che a Roma da giugno perderanno il lavoro, ed al servizio che svolgono”.
“Noi siamo determinate ad andare avanti – conclude Germini – e ci aspettiamo un segnale concreto dalle istituzioni”.
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