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Renzi rinuncia, Napoli scende in piazza lo stesso

Oggi è la giornata del lutto cittadino dopo la folle sparatoria di ieri a Miano, area nord di Napoli, e avrebbe dovuto invece essere la giornata dell’inaugurazione della metropolitana di piazza Municipio presenziata dal sindaco De Magistris, dal Governatore della Regione Caldoro e soprattutto dal premier Matteo Renzi. Tutto saltato.
Non è saltato invece l’appuntamento delle realtà antagoniste napoletane e dei sindacati di base che intendevano contestare l’ennesima passerella del Premier in città. Quest’ultimo, inaugurata la bellissima stazione della metro, avrebbe poi dovuto incontrarsi con il candidato Pd alle elezioni regionali Vincenzo De Luca presso la Stazione Marittima a pochi passi da piazza Municipio. Saltato ovviamente anche questa appuntamento. I movimenti di lotta di Napoli e di altre località campane hanno comunque deciso di realizzare ugualmente il corteo.

Concentramento alle 9 a piazza Dante. Se non fosse saltata all’ultimo momento la visita di Renzi la partenza sarebbe stata alle 9 in punto poiché poco dopo sarebbe iniziata la cerimonia di piazza Municipio ma l’assenza del premier ha concesso al corteo di oggi una rilassatezza inaspettata. Così alle 9 la piazza appare ancora semivuota. E’ sabato mattina e  i militanti, non più assillati da orari stringenti, se la prendono comoda.

Alle 10 però finalmente si parte. Lo striscione che apre il corteo recita “RENZI STATTE ‘A CASA”, lo slogan che ha accompagnato tutte le numerose iniziative realizzate in città quotidianamente nel corso nelle ultime due settimane.

E’ un bel corteo, giovane e colorato, ma anche arrabbiato e determinato a urlare la propria rabbia contro le politiche antisociali del governo Renzi e dei suoi addentellati locali. Vi sono tutti i centri sociali di Napoli ma anche gli insegnanti in lotta, capeggiati dalla pasionaria insegnante con megafono Marcella Raiola e i lavoratori dell’Usb, presente con un gran numero di attivisti. Uno spezzone è invece composto dai rifugiati politici che qualche settimana fa inscenarono una rivolta spontanea nei pressi di Porta Capuana per protestare contro le vessazioni della Croce Rossa e i ritardi della Prefettura nel rinnovo dei permessi di soggiorno.         

Il percorso del corteo – ultimamente a Napoli è la norma – non si concentra solo sulle vie del centro, del turismo e dello shopping ma prevede anche il passaggio nella zona popolare della Pignasecca. E qui tra venditori di pesce, bancarelle di frutta e signore che fanno la spesa fanno la loro comparsa i manifestanti delle realtà sociali e politiche antagoniste. Bandiere rosse al vento e canti e slogan contro il dittatorello fiorentino.
Non vi è nessun furgone e nessun sound-system e questo è il modo in cui il movimento napoletano intende rispettare la giornata di lutto cittadino proclamato dopo l’eccidio di ieri pomeriggio. Nessun rumore superfluo, nessuna musica sparata a palla ma solo rabbia legittima contro chi ti ruba il futuro e ti costringe a una vita di stenti.

Verso le 11 il corteo arriva finalmente in Piazza Municipio, é il momento clou della giornata. Arrampicato su una gru da una settimana c’è Mimmo Mignano, operaio licenziato dalla Fiat di Pomigliano e salito domenica notte in compagnia di un collega per aspettare proprio la venuta di Renzi e rovinargli la festa. Il collega dopo un giorno è stato però costretto a scendere per le avverse condizioni climatiche. Un caldo asfissiante durante il giorno con temperature che toccavano i 33 gradi e freddo e vento la notte. Mimmo invece resiste accompagnato dalla solidarietà di tanti compagni e compagne.
E dopo aver messo a dura prova i nervi degli uomini della Questura per una settimana può finalmente scendere. E’ un momento emozionante. Tutto il corteo è a testa in su per vedere Mimmo che prende il suo zainetto e scende lentamente. Il viso dell’operaio appare bruciato dal sole, è nerissimo, ha perso diversi chili, cammina piano sorretto dai compagni e dalle urla festanti del corteo. Ma la testa non ha perso nulla della sua lucidità, malgrado una stanchezza epica. E così afferra un megafono e improvvisa un discorso. Serio e rigoroso attacca Marchionne e la Fiat, Renzi e il suo governo, i padroni e i sindacati complici. Finito l’intervento e abbracciati tanti manifestanti, Mimmo può finalmente concentrarsi sul meritato riposo. Un compagno lo accompagna a casa.
Il corteo invece prosegue la sua marcia fino ad arrivare in piazza della Borsa dove si scioglie.
In definitiva si può parlare di un buon corteo e una buona partecipazione e soprattutto ben preparato nelle settimane precedenti con riunioni unitarie, assemblee pubbliche e tanto lavoro politico e creativo nei territori. Impossibile non ricordare il divertente video, divenuto presto virale tra gli internauti napoletani, realizzato da alcuni giovani militanti del centro sociale Zero81, che accompagnandosi con una sagoma di Renzi chiedevano ai passanti cosa volessero dire al premier.
C’è poi da aggiungere che se non ci fosse stata la strage di Miano non è comunque detto che il premier sarebbe realmente venuto in città. Anzi negli ultimi giorni erano aumentate le voci che volevano il premier assente, poiché allertato dalle contestazioni. E a pochi giorni dal voto delle Regionali non sarebbe stato proprio un ottimo spot. Ancora nella mattinata di ieri nessuno dell’entourage del sindaco era in grado di confermare alcunché. Insomma l’assurda strage compiuta dall’infermiere del Cardarelli ha tolto a Renzi le castagne dal fuoco.
Quantomeno per oggi. Ma deve avere capito che a Napoli non gode di grande simpatia. E’ vero che grazie agli 80 euro ha preso anche qui tanti voti alle europee dell’anno scorso ma il consenso e il rispetto non li compri con quattro denari e quindi RENZI STATTE ‘A CASA…

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