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Aviointerios, i gladiatori dell’Appia


I GLADIATORI DELL’APPIA

Sono quasi due anni, dall’8 ottobre 2014, che una settantina di operai licenziati dall’Aviointeriors di Latina Scalo, fabbrica d’interni per aerei, sono in presidio permanente davanti allo stabilimento, al km. 66,400 della consolare Appia.

Le vicissitudini, le angherie e gli abusi che hanno subito durante questo lungo periodo di lotta sono tanti, com’è facile immaginare. Per alcuni di loro poi questo stillicidio dura da più di quindici anni. Sono gli ex Goodyear di Cisterna di Latina, una succursale della multinazionale che, nonostante una produzione garantita dai lavoratori ai limiti delle umane possibilità e il bilancio in attivo, chiuse i battenti per portare il lavoro all’estero, dove il costo era più basso.

O meglio, sono i sopravvissuti della Goodyear, poiché molti di loro si sono ammalati e sono morti di cancro per l‘assenza di protezioni che invece dovevano essere loro fornite. Su questa vicenda c’è stata una denuncia e un processo-farsa che ha assolto la Multinazionale perché, come dissero i suoi difensori, le malattie erano state causate dalla vita sregolata e non dalle disumane condizioni di lavoro, come invece è ben evidenziato nel documentario “Happy Goodyear”. E’ stato realizzato anche un film la cui trama si avvicina molto a questa vergognosa e disumana vicenda, dal titolo “Il posto nell’anima” di Riccardo Milani.

Alberto Veneruso, questo il nome dell’industriale, rilevò allora la struttura e la trasformò in Meccano, di cui però dichiarò il fallimento nel 2012 per poi rilevarla e trasformarla in Aviointeriors.

La beffa è che molti di loro hanno preso il Tfr con l’ingiunzione di fallimento al Tribunale di Latina, rimettendocene una buona parte, mentre altri ancora devono riceverlo per intero insieme a stipendio e tredicesima del 2014.

Il giochino è sempre lo stesso. Si licenzia una parte degli operai – in questo caso 70 tra i meno “gestibili” – di conseguenza si abbassa la produzione, le commesse calano e l’azienda fallisce; dopodiché si rileva nuovamente, speculando ancora una volta sui finanziamenti pubblici. I lavoratori, come risposta, anche perché alcuni da 15 anni vivono quest’angoscia, hanno deciso di non rassegnarsi, come forse sperava l’”imprenditore”, né di togliersi la vita, ma di combattere per difendere i loro diritti e la proporia dignità.

Per dovere di cronaca, il giudice fallimentare del Tribunale di Latina, Antnio Lollo, che seguiva la vicenda, è stato arrestato qualche mese fa per irregolarità in un altro fallimento a lui assegnato. Questo tanto per far capire meglio la situazione.

Così, sono quasi due anni che presidiano fuori della loro fabbrica e – dicono – anche se non torneranno più a lavorare lì dentro, vogliono andare fino in fondo e far sì che lo scaltro imprenditore sia messo in condizioni di non nuocere più a nessuno.

Per non farsi mancare proprio niente, la notte del 25 aprile il loro presidio è stato spazzato via. La tenda e le poche suppellettili, un fornello, un frigo, una stufetta e gli alimenti sono stati danneggiati o portati via. In precedenza il presidio era già stato spostato di alcuni metri quando sono stati cacciati dal suolo della fabbrica; in sostanza su terreno demaniale che costeggia l’Appia.

Come se questo non fosse abbastanza, la mattina del 30 aprile, su richiesta dell’Aviointeriors, si sono presentati i muratori con mattoni e rete per costruire un muro al confine per separare il presidio dalla fabbrica. I lavoratori in lotta hanno fatto intervenire l’Anas e la Polizia, che ha mandato via i muratori, dopo averne presi i nomi, perché stavano lavorando senza autorizzazioni e su terreno demaniale, per cui saranno probabilmente denunciati. L’ennesimo danno provocato a lavoratori inconsapevoli da un “imprenditore” decisamente disinvolto….

Tuttavia non è il solo a fare brutte figure. Basta pensare a partiti e sindacati che, come succede spesso in questi casi, dopo le prime passerelle stanno ora disertando quasi completamente la scena. L’unica organizzazione a star loro vicino, quasi una provocazione, è l’UGL. Eppure gli operai hanno ognuno appartenenze politiche e sindacali diverse tra loro!

La lotta, dicono gli operai ormai provati da mesi e mesi di presidio, comunque continua.

Noi li abbiamo definiti “i gladiatori dell’Appia” e lanciamo un appello a tutti di sostenerli nella loro battaglia, ne hanno moralmente bisogno e una loro sconfitta sarebbe la sconfitta di tutti!

* Laboratorio Sociale “Adelante” Velletri

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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