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Pontedera. La Piaggio non ci sente

Tra martedì e mercoledì si è svolto in Confindustria un incontro, richiesto dall’azienda, per ottenere dai rappresentanti sindacali la firma per la riapertura del contratto di solidarietà “sospeso” da alcuni mesi. Quattro ore di incontro, purtroppo, riassumibili in poche righe. La dirigenza aziendale ha semplicemente chiesto la ratifica di un accordo, a suo dire, già firmato senza accettare qualsiasi tipo di discussione.

Nessuna garanzia sul futuro della produzione, nessuna riposta chiara alle varie domande che sono state poste dai rappresentanti sindacali. Nessuna novità di rilievo in merito alla stabilizzazione dei part-time. Non è dato sapere neanche cosa succederà ad alcune linee quando a gennaio entrerà in vigore l’obbligo di produrre i veicoli Euro 4. Solo vaghe dichiarazioni in merito alla centralità dello stabilimento di Pontedera e sulla volontà dell’azienda di continuare ad investire. Su quest’ultimo punto abbiamo oltretutto delle grosse perplessità, Sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo)che un veicolo attualmente in produzione abbia dei seri difetti di progettazione. Difetti che potrebbero minare pericolosamente la credibilità di tutto lo stabilimento e dell’azienda stessa. La preoccupazione da parte della nostra organizzazione sindacale in questo senso è massima e siamo intenzionati a chiedere spiegazioni in tal senso. A ciò si aggiunge il tema delle condizioni di lavoro in particolare nei reparti dove il caldo torrido di queste settimane rende proibitivo lavorare. Riteniamo necessario che l’azienda decida di investire per un sistema di abbattimento delle temperature in alcuni capannoni dello stabilimento.

Tornando alla trattativa sindacale di questi giorni siamo convinti che in realtà una strategia aziendale ci sia ed anche evidente. Utilizzare gli ammortizzatori sociali per gestire la produzione a proprio piacimento risparmiando sui costi.

C’è solo un modo per uscire da questo ricatto. Aprire una vertenza tutti insieme, lavoratori e lavoratrici Piaggio, che riesca ad inchiodare l’azienda alle proprie responsabilità di fronte alle istituzioni e al territorio. Se queste discussioni rimarranno all’interno delle quattro mura della Confindustria o nelle riunioni RSU possiamo solo andare avanti ad accettare passivamente le imposizioni della dirigenza.

La Piaggio DEVE dare delle garanzie a tutti i lavoratori, DEVE dirci quale sarà il futuro dello stabilimento e della produzione.

Dal nostro punto di vista accettare gli ammortizzatori sociali senza certezze e impegni da parte dell’azienda sarebbe assolutamente sbagliato.

Adesso è il momento di tirare fuori il coraggio e spezzare una volta per tutte questo ricatto. Dobbiamo assolutamente uscire dai cancelli dello stabilimento e farci sentire in maniera determinata coinvolgendo l’indotto e le istituzioni nella nostra vertenza. Lo sciopero generale del 23 settembre deve diventare un passaggio importante in questo senso. Costringiamo una volta per tutte l’azienda a dare delle risposte.

 

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