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La lotta dei lavoratori di Publiacque

Le vertenze che stanno agitando in questi mesi i settori acqua-gas, parlano di noi.

Firenze e Torino si stanno mobilitando per contrastare l’arroganza delle aziende del settore, che approfittando della crisi economica e la situazione politica favorevole, intendono precarizzare ulteriormente il lavoro.
Non bastano le riorganizzazioni aziendali e proprietarie di questi anni, ispirate dalle ideologie liberiste, remunerate con profitti senza precedenti nelle aziende di servizi.
Profitti realizzati principalmente comprimendo il costo del lavoro e restringendo notevolmente il perimetro industriale , al fine di favorire l’esternalizzazione di attività a basso valore ed alto valore aggiunto.
Settori che oggi sono oggetto manovre e speculazioni finanziare che nulla hanno a che vedere con la cultura industriale, ma rispondo alle logiche ispirate alle dismissioni del patrimonio industriale.
Come ben testimoniano le vicende che stanno coinvolgendo il gruppo Eni.
Nei settori idrici, nonostante un referendum dagli esiti chiari, la resistenza dei lavoratori/ci, delle comunità locali, le volontà aziendali, spalleggiati da una politica complice del quadro governativo, continua nelle volontà di privatizzare.
Stessa sorte hanno subito i settori gas.
Certo hanno pesato negativamente le politiche delle confederazioni sindacali, tra presunte capacità di “governo” della trasformazione liberista o lo sfacciato collateralismo da sindacato corporativo ed aziendale.
Sottovalutazioni o complicità al dogma liberista ?
Atteggiamenti, politiche accondiscendenti alle imprese che hanno fiaccato un protagonismo attivo e combattivo dei lavoratori e lavoratrici del settore.
Anche dal punto di vista contrattuale si sono realizzati e si annunciano ulteriori arretramenti, che hanno depotenziato diritti economici e normativi.
Si è di fatto abbandonato un cavallo di battaglia come la clausola sociale, a cui si sono sacrificati i rinnovi contrattuali degli ultimi anni , in attesa di una ipotesi governativa, che sicuramente sarà ispirata al Job Act .
Le stesse piattaforme, da noi non condivise, ma votate dai lavoratori e lavoratrici, sono state messe da parte, per fare posto alle contro-piattaforme confindustriali sulle quali si prosegue il confronto.

Da questo punto di vista la generosa resistenza che stanno mettendo in atto i lavoratori di Publiacque, con alla loro testa la Usb, deve avere tutta la nostra solidarietà .
Una solidarietà che non deve esprimersi soltanto con comunicati o prese di posizione di sostegno della lotta.
Ma presto deve dare vita ad un coordinamento che generalizzi su tutto il territorio nazionale le vertenze.
Un punto di vista alternativo ed un’analisi del settore, una capacità di conflitto, che devono vederci protagonisti e con cui devono fare i conti le controparti aziendali ed i sindacati confederali.
Gli stessi, devono confrontarsi con l’insofferenza di territori o grandi aziende, come dimostra la, lotta dei lavoratori e lavoratrici della Italgas di Torino, a cui stanno strette le mediazione al ribasso delle segreterie nazionali.
Ai quali va tutta la nostra solidarietà di classe.
C’è da scommettere che tali esempi si possano moltiplicare, e si annunciano in aziende come la 2 I Rete Gas(ex Enel Gas).
Nel mezzogiorno , nonostante un quadro desolante dal punto di vista delle confederazioni sindacali, bisogna investire dove tra mille difficoltà affiorano segnali di discontinuità .

L’esordio di Usb in Napoletanagas può rappresentare da questo punto di vista un buon esempio ed altri si annunciano.
Piattaforme e rivendicazioni che aldilà delle sigle sindacali, in moltissimi punti sono convergenti e sostenute dalla combattività dei soggetti in campo.
Come Usb dovremo essere capaci di insistere ed investire in queste contraddizioni, senza nessun complesso di inferiorità.
La generalizzazione del conflitto territoriale e nazionale può ridare autorevolezza alla contrattazione e rintuzzare l’arroganza padronale.
Ma sono del parere che dobbiamo strategicamente cominciare ad interessarci della sindacalizzazione dei lavoratori dell’indotto.
Solo in questo modo possiamo essere sicuri che non saranno utilizzati come esercito di riserva, per neutralizzare il nostro conflitto.
Un processo di sindacalizzazione che ne impedisca il nanismo industriale , che gioca principalmente sul costo del lavoro per essere remunerativo e redditizio .
Ma principalmente esalti il valore confederale della nostra lotta, unificando gli interessi di tutti i lavoratori e sottraendoli alle pressioni ed i ricatti dei padroncini di turno.
La lotta dei lavoratori della Usb di Publiacque è la nostra lotta ed ha il valore di riaprire una discussione sul nostro futuro , per questo mi auguro che sappia parlare oltre le appartenenze di sigla è veda la partecipazione compatta di tutti i lavoratori e lavoratrici.

  • Delegato Rsu Snam-Napoletanagas

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