I lavoratori della ProSus di Vescovato (Cremona) sono entrati in sciopero e protestano arrampicati in cima alla “giostra”, la catena che movimenta le mezzene degli animali macellati, contro la condotta antisindacale dell’azienda, contro le discriminazioni sul lavoro e per l’applicazione del giusto contratto di lavoro.
Non è la prima protesta dei lavoratori che si riconoscono in USB, che in passato avevano inscenato clamorose lotte per l’internalizzazione, la salute e la sicurezza. È certamente per questo che i lavoratori aderenti a USB vengono puntualmente perseguitati, con spostamenti in “reparti confino” e sospensioni, supportate dai vari capetti che non mancano mai di sussurrare ai lavoratori “puniti” il fatidico suggerimento: “Se ti togli da USB sistemiamo tutto…”
I lavoratori ProSus respingono questo atteggiamento aziendale e scioperano per chiedere la fine dell’applicazione della cassa integrazione ai dipendenti dell’appalto per sostituirli con i somministrati, la riammissione al lavoro dei dipendenti sospesi, la garanzia occupazionale e l’applicazione del contratto di settore – l’alimentare – anziché il contratto multiservizi, gettonatissimo dalle cooperative dell’appalto, che implica una remissione di 350-370 euro al mese.
Non vogliamo essere più lavoratori di serie B, accantonati e rimpiazzati dagli interinali, non accettiamo più persecuzioni aziendali per la nostra appartenenza a USB, vogliamo il giusto contratto con la giusta paga.
Si ricorda che il 22 aprile ci saranno 8 ore di sciopero dei settori dell’industria, della logistica, del trasporto merci, delle telecomunicazioni e del commercio contro il governo del carovita
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