“Mentre gli enti di ricerca pubblica in circa 10 anni hanno subìto tagli lineari continui, perdendo circa 1,4 miliardi di euro all’anno, equivalenti al il 20% dei loro finanziamenti pubblici, la ricerca e lo ‘sviluppo’ privato hanno ricevuto sgravi fiscali e finanziamenti per più di 150 miliardi, in maniera continua, disordinata e senza controllo. Eppure esistono varie inchieste della magistratura e degli organi di informazione, e numerose denunce di ricercatori, che mettono in luce irregolarità e sprechi”, attacca Claudio Argentini, dell’USB P.I. Ricerca.
“Se dalla parte pubblica il blocco salariale e il precariato hanno reso meno attrattivo ed impoverito il sistema della ricerca di tutti – prosegue Argentini – nel privato abbiamo continua evidenza di veri e pochi buchi neri, dove i soldi di tutti, anche attraverso le donazioni, finiscono nelle mani di un numero ristretto di soggetti, producono pochissimi posti di lavoro e tantissimo profitto per pochi.
“Trattandosi di buchi neri, saremmo tentati di interpellare l’Istituto Nazionale di Astrofisica – ironizza il sindacalista – ma la realtà è che abbiamo bisogno di strumenti potenti e particolari. Per questo proponiamo di istituire una Commissione di inchiesta parlamentare con ampi poteri, che porti chiarezza e trasparenza. Da parte nostra continueremo con la mobilitazione fino allo sciopero generale del 21 ottobre, per lottare come lavoratori per un sistema ricerca pubblico efficace tutto devoluto alla committenza sociale”, conclude Argentini.
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La lettera inviata dall’USB alla VII Commissione del Senato per l’Istituzione della Commissione di inchiesta.
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