La notizia è questa, riportata fra le brevi dai cosiddetti “grandi giornali”, ma che va riportata invece con assoluto rilievo:
“Caso tutto particolare di uso dei voucher è avvenuto invece nei giorni scorsi a Modena. Qui la catena Flunch GrandEmilia ha deciso di chiudere il punto vendita modenese licenziando 34 persone. Durante uno sciopero a sorpresa giovedì scorso i dipendenti che hanno protestato sono stati sostituiti, denunciano Cgil, Cisl e Uil, con lavoratori pagati a voucher. "Stiamo verificando se ci sono gli estremi per una denuncia", avvertono i sindacati. Ma la protesta ha avuto anche un seguito sgradevole. "Il giorno dopo i lavoratori che hanno scioperato hanno trovato cartelli con minacce e offese attaccate ai marcatempo – raccontano le tre sigle – Con frasi chiaramente intimidatorie".”
Quando si parla e si scrive di “ritorno all’indietro” nel mondo del lavoro e nel campo dei diritti dei lavoratori non ci si muove per sentito dire o per un pessimismo da “gufi”.
Questa notizia, che viene da Modena cuore di quella che fu l’Emilia Rossa (“Ceti medi ed Emilia Rossa: una delle più acute analisi togliattiane) , una regione dove – attraverso le Coop – ancora oggi il PD trae il massimo sostentamento economico e in termini di influenza politica e voti, rappresenta la testimonianza tangibile e concreta, vissuta sulla pelle dalle lavoratrici e dai lavoratori nel disprezzo dei loro diritti e della loro dignità.
Sembra di ripiombare in pieno ‘800, quando ai primi scioperi i padroni delle ferriere chiamavano i crumiri per sostituire gli scioperanti : crumiri che erano reclutati tra i disoccupati e portati in blocco sul luogo dello sciopero.
Il classico meccanismo dell’esercito di riserva che si punta sempre a rinnovare nella logica dello sfruttamento indiscriminato.
Stiamo tornando a quel punto, con la differenza che al tempo le organizzazione operaie si stavano costruendo, oggi invece si stanno pericolosamente sfaldando sia sul piano sindacale sia su quello politico.
L’esempio di Modena è lampante: CGIL,CISL, UIL si prendono il tempo di “valutare la possibilità di una denuncia” invece di proclamare subito lo sciopero generale almeno per tutta la Provincia.
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