Parliamo della fiaccolata in ricordo dell’omicidio di Abd El Salam e della vicenda che risale ad un anno fa. Lo facciamo con Dafne Anastasi, la nostra inviata della redazione di Radio Città Aperta Lombardia. Ciao Dafne.
Buongiorno a tutte e a tutti.
Parliamo innanzitutto di quanto è avvenuto a Piacenza. Una fiaccolata partita dai cancelli della Gls e poi diretta in città per ricordare a tutti che un anno fa un operaio, un delegato sindacale, Abd El Salam, venne ucciso travolto da un tir ad un picchetto davanti alla Gls, durante una vertenza dei lavoratori della logistica…
Il 14 settembre abbiamo voluto essere lì perché il sacrificio di Abd El Salam rappresenta una lotta per tutte noi e per tutti noi. Abd El Salam, mi piace comunque ricordarlo, aveva 53 anni, era un insegnante nel suo paese, aveva un contratto a tempo indeterminato e quella notte, quella terribile notte, lui era in sciopero, con un picchetto, davanti alla Gls proprio per chiedere che venisse rispettato l’accordo sindacale per l’assunzione a tempo indeterminato di 13 facchini precari. L’altra sera la fabbrica era chiusa, quando noi siamo arrivati, benché fossero anche state proclamate delle ore di sciopero proprio a cavallo di questo orario delle 23.45. Ci siamo fermati proprio davanti al luogo dove Abd El Salam è stato travolto. E’ stato ricordato da tantissimi compagni, perché lui in qualche modo ha segnato quasi una linea di coraggio per tutte e per tutti quanti, perché non ha avuto paura di retrocedere, benché ci fossero in movimento questi tir… Un picchetto è sempre una cosa abbastanza delicata. Lui non ha avuto paura. E’ stato anche ricordato che il prossimo 20 di questo mese ci sarà l’udienza preliminare, nella quale noi ci costituiremo anche parte civile, perché ricordo che quello che noi chiamiamo omicidio padronale in realtà è stato derubricato addirittura ad una questione di incidente stradale… Come a voler in qualche modo cancellare la lotta dal quadro giudiziario, Ma soprattutto, in un contesto stradale, sono due soggetti neutri che si muovono, mentre invece in questo caso noi vogliamo rivendicare che si è trattato di un omicidio di carattere padronale. Il 24 verrà inaugurata la nuova sede e verrà sempre dedicata a lui. Per tutti questi riferimenti specifici, perché verranno organizzati dei presidi e delle iniziative, la pagina facebook Usb logistica è assolutamente aggiornata per seguire e per fare pressione, perché la legalità coincida con la giustizia. Non possiamo dimenticare che già pochissime ore dopo l’omicidio, avvenuto di notte, era completamente scomparso – nelle dichiarazioni dei procuratori o comunque nel circuito mainstream – qualunque riferimento allo sciopero e al picchetto. piuttosto che all’elemento di lotta politico, che è stato invece il fulcro nodale di quella terribile notte.
Anche perché, Dafne, nonostante la pigrizia – diciamo così – di tanti nostri colleghi dell’informazione più mainstream ad affrontare alcuni argomenti con coraggio, si parla di un lavoratore, sindacalista, impegnato in un presidio per rivendicare diritti di fronte ad un’azienda, che viene travolto da un tir della stessa azienda, il cui autista era stato aizzato a forzare il picchetto e a proseguire il lavoro, a prescindere dalla protesta dei lavoratori stessi… E’ una vicenda che, raccontata in questi termini, non può non far sobbalzare e pensare ad un’escalation drammatica dell’atteggiamento, dell’arroganza dei datori di lavoro; probabilmente anche avallata dall’impoverimento dei presidi legislativi a tutela dei lavoratori. Questo è un discorso che va inserito un po’ nel contesto…
Sicuramente. Tanto è vero che, dal punto di vista legale – perché la Usb ha assunto sia la difesa legale, la costituzione di parte civile, sia la vicinanza alla famiglia e ai colleghi – c’è da scandagliare tutto l’aspetto legato al concorso di copa dell’azienda nel reato o addirittura al carattere istigatorio. Perché questa vicenda si è conclusa in maniera tragica, però capita spesso che ci vengano raccontati episodi in cui i camionisti – che a loro volta si rendono strumento – vengono istigati ad andare avanti, a forzare i blocchi… C’è quindi anche una smaterializzazione disumana della persona, dell’operaio, del facchino, del precario… Sicuramente in questo momento andrebbe analizzato proprio tutto il contesto che c’è intorno ai singoli eventi che poi si manifestano, quindi tutto quello che c’è dietro. La cultura della mancanza di rispetto che poi sfocia in gesti come questi, in situazioni per cui continuare a dire “per noi è un omicidio padronale” significa chiamare le cose con il loro nome; ma significa anche, ovviamente, ricondurre a responsabilità superiori e non semplicemente, a chi, in questo caso, materialmente guidava quel tir. Ovvio che andare a scandagliare un aspetto del genere significa fare sobbalzare tanti, ma significa anche fare giustizia. E la giustizia, in questo caso, deve essere fatta facendola coincidere con la legalità formale; quindi deve coincidere con dei processi giusti, con l’analisi compiuta delle testimonianze… In quei giorni molti testimoni sostenevano di non essere stati sentiti, come se già ci fosse una versione che doveva andare bene per forza… E’ evidente che accertare tutto questo significa anche salire un attimo su nella scala delle responsabilità.
Per quello che riguarda invece l’iniziativa dal basso cosa altro è previsto nei prossimi giorni? Sappiamo che ci sono dieci giorni di mobilitazioni indetti dall’Usb, a partire dal 14…
Sì. Ci sono questi 10 giorni a partire dal 14, con una mobilitazione di carattere sia regionale che nazionale. In tutte le città stiamo ricordando Abd El Salam, dalla Sicilia al nord. L’altro giorno c’era una presenza molto importante di migranti venuti da Milano che fanno parte di spazi autogestiti che hanno manifestato la loro solidarietà e la loro voglia di giustizia; quindi si è andati anche oltre il semplice contesto sindacale. Poi, come accennavo prima, c’è questa udienza preliminare del 20 che è molto importante, perché è lì che avverrà la costituzione di parte civile del nostro sindacato ed è lì che verranno comunque tentate delle strade di allargamento rispetto al discorso del concorso e dell’istigazione; o, quantomeno, della necessità di rubricare correttamente il reato. Il 24 verrà inaugurata la nuova sede – la seconda – a Piacenza, e sarà dedicata ad Abd El Salam. In molte città le sale riunioni sono state dedicate a lui… Vive ancora nei cuori di moltissime persone. Il 14 è stato commovente ma allo stesso tempo forte, nel senso di una commozione non triste, perché, appunto, lui vive insieme a noi. Io per esempio, come donna, ho voluto denunciare insieme a chi era insieme a me il fatto che venga utilizzato in questo momento in maniera strumentale tutto il discorso dello stupro, il doppio standard tra italiani e immigrati, ecc. Ricordare che i migranti sono una realtà di massa… Molti di noi pensano che siano in realtà la bussola dell’azione, perché dimostrano proprio che i più sfruttati, i più ricattabili, quelli che veramente subiscono il lavoro anche come condizione di vita materiale e preventiva, sono quelli che poi in realtà lottano di più, sono quelli che stanno mostrando la via e il coraggio. E Abd El Salam è uno di questi e ha subito il sacrificio massimo, con la vita. E’ stata letta una poesia di Alessio Lega, che raccontava quella notte in maniera molto poetica; si parlava di respiro, questo respiro che non c’è più, però insieme alla commozione c’era anche la voglia di lottare. E’ stata fatta questa fiaccolata tutto lì intorno ed eravamo tutti insieme. E’ stata una bellissima notte, una bellissima serata.
Grazie per la tua testimonianza Dafne. Ci sentiamo nei prossimi giorni nel caso di qualche altra iniziativa …
Comunque, per tutti gli appuntamenti, i compagni della logistica sono supertempestivi. Su Usb logistica ci sono gli appuntamenti sia dell’udienza che dell’inaugurazione, gli sviluppi della questione della costituzione di parte civile .. Da lì poi chi vorrà potrà seguire la vicenda anche dopo questo collegamento.
Grazie Dafne, ciao e buon lavoro.
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