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Maledetta domenica: il convegno che mette al centro gli sfruttati del commercio

I licenziati di Ikea, gli fruttati di Amazon e le tante storie invisibili di chi si guadagna da vivere nei centri commerciali. Sotto ricatto e per due soldi. Il convegno  “Maledetta domenica” intende mettere al centro della discussione le condizioni di lavoro, la difficoltà nella cura dei figli, l’impossibilità di una vita sociale, i bassi salari e il clima da caserma che vige nei luoghi di lavoro del commercio.

Il convegno si svolgerà il 15 dicembre alle ore 17.00 in un luogo simbolico: Castel Romano Outlet, che ha fatto da palcoscenico alla lotta di Valeria Ferrara, mamma lavoratrice Calvin Klein trasferita ingiustamente per il solo fatto di aver rivendicato il giusto diritto al riposo domenicale.

Affronteremo questi temi con invitati qualificati: Giorgio Cremaschi (Eurostop) -, Monsignor Andrea Lonardo (Direttore dell’Ufficio Catechistico di Roma), il Professore Universitario de La Sapienza Luciano Vasapollo (Cestes) -, Il giurista Carlo Guglielmi (Forum Diritti Lavoro), lo scrittore Christian Raimo e l’educatrice Fabiana Rinaldi. Al convegno parteciperà anche Ilaria Cucchi, una donna che ha fatto dei diritti una ragione di vita

Un dibattito che metterà al centro il lavoro e il punto di vista di chi non ha voce, di quei lavoratori tenuti in pugno dalle multinazionali del commercio. Ormai senza più diritti, con salari da fame e sotto ricatto perenne. Una denuncia agli effetti devastanti del Decreto del Governo monti, noto come Salva Italia, che ha promesso miracoli occupazionali, ma nelle realtà ha peggiorato la vita di milioni di donne e uomini che si guadagnano da vivere nei centri commerciali, nei supermercati e nei negozi de centro delle nostre città

Parleremo di tutto ciò nel periodo più “caldo” dell’anno, a pochi giorni dal Natale. Un periodo che per questi lavoratori è un vero e proprio inferno, dove saltano tutte le tutele già precarie, perché “prima viene il fatturato”. E allora addio riposi, addio turni certi, addio rispetto delle condizioni minime di sicurezza, addio mogli, mariti, figli e vita sociale. E’ il consumismo bellezza.

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