Si può valutare un contratto in tante maniere. E a volte ci siamo trovati davanti al bivio trattando all’Aran di decidere, valutando. A volte abbiamo lanciato anche i referendum tra i lavoratori consapevoli che si poteva fare molto meglio ma anche certi che avendo due controparti al tavolo (quella pubblica e i sindacati collaborazionisti) avevamo tratto il meglio. Questa volta non ci sono dubbi. I sindacati della scuola hanno firmato il peggiore contratto della ricerca mai visto! Non temiamo smentite. IL CONTRATTO VA BOCCIATO! Vediamo i diversi aspetti.
Livello delle trattativa all’Aran. Di fatto non esiste un contratto unitario per il compartone. Ma questo conferma la nostra piattaforma che la divisione dalla scuola per gli altri 3 settori, in particolare per la ricerca che ha la propria legge. Di fatto siamo di fronte a quattro comparti. E per fortuna. Il livello di trattiva, però, rende i contratti profondamente sperequati. Su un totale di circa 110 ore di trattativa (più altrettanto segrete ma sgamate con i confederali) SOLO DUE ORE sono state dedicate totalmente alla Ricerca. Meno del 2%. In fondo proporzionale ai 30 mila lavoratori (compresi i precari) del settore che evidentemente per controparti pubbliche e sindacale poco valgono, per cui si parla di loro pochissimo e male. Il picco si è raggiunto quando i sindacati confederali della scuola si sono appartati per 12 ore (dalle 16 alle 4 di stamane) lasciando la CGIL SNUR, UIL RUA e FIR CISL ed UNIVERSITA’ con gli autonomi ed USB su un tavolo che relegava ricerca (università ed afam) e tutte le loro rappresentanze alla serie B. Bocciato!
Livello economico. Dalla tabella sottostante appare chiaro che non ci meritiamo troppo per CGILCISLUIL. I nostri aumenti sono un terzo dei metalmeccanici e un sesto dei presidi sceriffo. Questo valiamo e questo i sindacati confederali ci danno! AUMENTI DA FAME E RIDICOLI specie se paragonati ai contratti privati e a quello dei dirigenti scolastici! Bocciato!
Livello relazioni sindacali. I sindacati confederali hanno rinunciato alla trattativa negli enti. Ci sono varie forme di ‘interlocuzioni’ ma i temi su cui parlare sono pochi, riguardano poche cose. Inoltre, rispetto agli altri comparti, la FLC, paladina a parole della democrazia e delle RSU, differenzia le RSU delle enti in sede uniche quelle partecipano all’integrativo e le RSU negli enti plurisede. In altre parole SOLO negli enti di ricerca ci sono RSU che valgono meno (e cosi i lavoratori da queste rappresentati). BOCCIATO!
Livello normativo. Nelle due ore di trattativa, con il nostro intervento, abbiamo impedito che l’orario di lavoro flessibile fosse distrutto. Ma i confederali, oltre ad aver inserito la meritocrazia per pochi (art. 20) hanno impedito che altri punti nella piattaforma USB fossero discussi e recepiti. Inoltre, cosa più grave, sono stati introdotti provvedimenti disciplinari più pesanti e senza tutelare la libertà di ricerca (anzi questa può divenire, mentre per gli insegnanti hanno ‘rallentatò l’applicazione difendendo quella di insegnamento. Questa grave differenziazione a sfavore della ricerca fa pensare al piano di privatizzazione della ricerca su cui evidentemente il governo in totale accordo con cgilcisluil sta investendo non soldi ma norme per limitare la libertà di ricerca. Inoltre, il contratto non aumenta i fondi accessori. Eppure i 3 sindacati confederali sulle stabilizzazioni avevano annunciato che si risolveva all’ARAN il problemo. NIENTE. Tutto l’impianto normativo deciso da aran e collaborazionisti, quindi, per la ricerca si avvicina a quello dei ministeri (tranne sull’orario). Tutto l’ordinamento viene rimandato!!! BOCCIATO!
Precariato Nessun accenno all’obbligo di applicare l’articolo 20 del dlgs 75/2017, ma invece una riapertura pesante al precariato con un peggioramento dei TD, ora triennali e con 20 giorni da un contratto e l’altro. Ma spicca il mancato inserimento della tenure track. Anzi, come chiaramente dichiarato nell’articolo 80, FLCGIL, FIR CISL UIL RUA accettano la cancellazione dell’articolo 5 che permetteva l’assunzione dei TD dopo 3 anni. Inoltre, le amministrazioni potranno ricominciare a produrre precari a iosa, contravvenendo la legge che limitava dopo le stabilizzazioni il ripetersi del fonomeno. BOCCIATO!
E’ chiaro che questa tornata contrattuale è stata l’applicazione notarile del peggioramento dovuto all’accordo referendario del novembre 2016. Siamo certi che gli 8 centesimi all’ora di arretrato (2016 e 2017) e gli aumenti di 35 centesimi all’ora da marzo 2018, non possono non fare arrabbiare chi vede peggiorare ancora la propria condizione lavorativa. Un contratto si valuta se aumenta i diritti e i salari. Questo non ha fatto nè una cosa nè l’altra. Vedremo se i lavoratori daranno ragione a chi gli ha tolto invece che dare nei referendum che andremo ad organizzare negli enti. O se li bocceranno.
I lavoratori hanno anche un altro modo di bocciare i firmatari!! Disdicendo le iscrizioni con loro e non votandoli alle prossime RSU.
Noi iniziamo la lotta da subito per riavere un comparto di settore e per cancellare il brunettismo e chi è complice, per aumenti veri e non elemosine, per un rilancio delle carriere che aran e sindacati collaborazionisti ci negano.
Non abbattiamoci! Cancellare questo contratto e queste controparti si può!
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