USB Lavoro Privato ha inviato una lettera ai segretari e ai responsabili dei principali partiti e movimenti politici dove sollecita una presa di posizione netta rispetto ai termini tuttora vigenti del bando di vendita imposto dal Governo uscente ai commissari Alitalia.
Infatti, il 10 aprile è il termine per la presentazione delle offerte definitive di acquisto mentre entro il 30 aprile i commissari Gubitosi, Laghi e Paleari dovrebbero individuare l’offerta migliore con la quale aprire i negoziati in esclusiva.
Per la nostra organizzazione è palese come questi termini non possano essere rispettati, non solo tenuto conto del mutato scenario politico ma soprattutto per il fatto che, a quanto ne sappiamo, non esiste un’offerta che salvaguardi l’industria e l’occupazione, con danno non solo ai dipendenti ma anche al Paese.
Come dimostrato da USB, l’Italia ha già pagato miliardi di euro di danni per la fallimentare privatizzazione Alitalia e per la mancanza di una politica industriale del settore. Occorre quindi che le forze politiche si assumano la responsabilità di considerare chiuso il bando del governo Gentiloni e di riaprire il dossier Alitalia sulla base delle opportunità che un risanamento della compagnia può fornire al Paese oltre che ai propri dipendenti.
Nel chiedere che Alitalia possa disporre del tempo e degli strumenti necessari per completare il risanamento in atto e porre le basi per lo sviluppo, senza svenderla al primo offerente, USB ritiene che la svolta nella gestione della compagnia possa rappresentare lo snodo per aprire la discussione sui problemi dell’intero trasporto aereo italiano, settore che continua a produrre precarietà nonostante la forte crescita.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
angelo
svenderla al primo offerente no, ma venderla al secondo si?