Alla scadenza del termine di presentazione delle offerte per il bando di vendita Alitalia, sarebbero tre i candidati interessati all’acquisto, tutti però con la esplicita condizione di rilevare una compagnia già “ristrutturata”: Lufthansa; Easyjet capofila di una cordata che raccoglie Air France-Klm, il fondo Cerberus e Delta; Wizz Air, vettore low cost con base in Ungheria.
Non varrebbe neppure la pena ricordare che i commissari non hanno mandati politici per assumere decisioni su Alitalia, data la rilevanza del dossier, ma vista la confusione postelettorale e l’assenza di un governo nei pieni poteri, sottolineiamo che è una “conditio sine qua non”. Lo sa anche il ministro uscente Graziano Delrio, che ipotizza uno slittamento di tutto il pacchetto all’autunno o a fine anno.
In queste condizioni, l’Unione Sindacale di Base ribadisce che nessun tipo di offerta, da qualsiasi parte venga, può essere negoziata in presenza della richiesta di ristrutturare, a maggior ragione se il management proclama ricavi in crescita. Va da sé che non è ammissibile neppure un esubero.
Le forze politiche esprimano immediatamente, come da USB richiesto più volte, la propria posizione rispetto alla nostra richiesta di proseguire sulla strada di un’azienda finanziata per essere risanata e amministrata da mani pubbliche.
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