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Padova. Quattro operai feriti alle acciaierie, tre gravissimi

MATTANZA CONTINUA: IL LAVORO UCCIDE.

Nelle fonderie si lavora 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Ecco perchè domenica 13 maggio alla ACCIAIERIE VENETE di Padova è successo un gravissimo incidente che ha portato al ferimento di 4 lavoratori.

Cedimento meccanico o altro sta di fatto che la colata incandescente ha ridotto in fin di vita 3 dei 4 operai.:2 in appalto e due diretti.Due operai hanno riportato ustioni al 100% del corpo, e sono in condizioni gravissime.Un terzo lavoratore presenta ustioni al 70% del corpo.

ALLE ACCIAIERIE VENETE DI PADOVA QUESTO PURTROPPO NON E’ L’UNICO GRAVE INCIDENTE; NEL 2013 ALTRO INCIDENTE SUL LAVORO CON UN OPERAIO CHE ALLORA MORI’.

Da inizio anno al 12 maggio, in Italia, sono 255 i morti sui luoghi di lavoro. + altri 195 in itinere)

Nel Veneto, che guida la tragica classifica tra le regioni, sono 29.
Il 30 aprile i morti erano 221. Si facciano i conti: 34 morti in dodici giorni. Un massacro.
Ma la “questione” dei morti sul lavoro viene sottovalutata. Una “fatalità” che non ha mai responsabili. Così, al di là di qualche presa di posizione, qualche comunicato quando si verificano “casi particolari” o la promessa di “fare qualcosa”, nulla si muove. 

I lavoratori continuano a morire e non è un caso, non può esserlo. Sono i turni di lavoro, la fatica che impone un lavoro sempre più “competitivo” (si deve leggere, alienante e precario) dove lavoratrici e lavoratori sono sempre più sfruttati. Dove il ricatto di “perdere il posto” (tanto si può essere sostituiti in qualsiasi momento) porta ad accettare (consciamente o meno) qualsiasi condizione di sicurezza, di salario, di orario, di fatica … Bisogna “correre” per finire in fretta, per “produrre di più”. Bisogna essere “produttivi” e “competitivi” a qualsiasi prezzo. E tutto per garantire benefici all’impresa, al padrone di guadagnare. Non sarà schiavitù, per carità. Così ci dicono. Se uno non vuole può cercare un altro posto di lavoro, che non è costretto a restare, che può andarsene   Non sarà schiavitù, forse, ma poco ci manca. E forse è peggio perché esiste anche l’illusione di essere liberi. Ma che libertà è quella di non trovare altro che sfruttamento, bassi salari, poca (o nessuna) sicurezza? E si è liberi quando si viene  considerati nulla più di un pezzo di ricambio?
Così di lavoro e nel lavoro si viene ammazzati.

Così il lavoro diventa una condanna e non un modo nobile di riscatto, di conoscenza, di essere protagonisti dello sviluppo collettivo. Le lavoratrici e i lavoratori non sono strumenti, sono persone che hanno il diritto di vivere.
“Lavorare stanca” . Non solo. Oggi, in questo sistema capitalista che ci viene imposto con le buone o con le cattive, lavorare uccide. 

USB SI IMPEGNA A COSTRUIRE UNA MOBILITAZIONE REGIONALE CHE INCHIODI I RESPONSABILI PADRONALI E ISTITUZIONALI ALLE LORO RESPONSABILITA’:

nei prossimi giorni faremo un presidio davanti alle Acciaierie.

NOI VOGLIAMO VIVERE, VOGLIAMO LAVORARE IN SICUREZZA E CON LA GIUSTA RETRIBUZIONE SALARIALE.

VOGLIAMO, FINITO IL TURNO DI LAVORO, TORNARE A CASA VIVI E SANI

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