Rispetto alle notizie giornalistiche sulle operazioni industriali che coinvolgerebbero Telecom Italia e Open Fiber, nonché della possibile vendita degli asset Persidera, Inwit, TIM Brasil e Sparkle (in un’eventuale partita con Mediaset), l’USB esprime forte preoccupazione e lancia l’allarme tornando a chiedere al Governo un incontro urgente sul futuro di TIM e del settore delle telecomunicazioni.
Siamo convinti che lo sviluppo omogeneo e corretto delle infrastrutture e dei servizi a partire dalla rete e dalla banda larga, è possibile solo se legato al concetto di un efficiente servizio pubblico, che coniughi la buona occupazione con servizi di copertura telefonica e internet in tutte le aree del paese a tariffe calmierate.
Al contrario temiamo che queste operazioni abbiano il solo scopo di fare cassa e manifestiamo tutta la propria preoccupazione per il grave danno che questo infligge all’azienda e per il rischio di creare un enorme esubero di lavoratori, siano essi di TIM che dell’indotto, dalle istallazioni alla manutenzione delle linee.
I lavoratori devono potere dire la propria sul futuro del settore, non accettiamo di essere lasciati all’oscuro sull’intenzione del governo che vorrebbe mettere Telecom e Open Fiber a gestire e ammodernare la rete fissa, utilizzando fondi pubblici .
Vogliamo garanzie per l’occupazione e per il diritto all’accesso alle rete telefoniche e internet.
Abbiamo già assistito al saccheggio della principale azienda di TLC italiana, lasciata alla mercé dei “capitani coraggiosi” da Colaninno, passando per Gnutti, Consorte, a Tronchetti Provera e Benetton, per finire alla lotta tra gli speculatori di Elliot e Vivendi.
L’azienda che oggi si mette in vendita e i servizi che si vogliono commercializzare sono un bene e una necessità pubblica, che noi tutti abbiamo pagato e paghiamo con le tasse e con le bollette.
Non vogliamo regalare tutto questo alla speculazione, alle grandi operazioni finanziarie delle “banche di sistema” come Mediobanca e Generali, che esercitano di fatto il controllo su Telecom e hanno fretta di fare cassa senza ricorrere a ricapitalizzazioni .
Come USB ribadiamo che l’unica strada è quella di mantenere l’azienda unica, con un intervento pubblico in termini di risorse economiche e progettualità, che porti alla nazionalizzazione, per garantire sviluppo e occupazione, oltre che una efficace politica industriale del settore mirata alla realizzazione di un’unica infrastruttura di rete per il Paese.
Nazionalizzazione per garantire servizi, tariffe calmierate e occupazione
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