“Scherzi a parte” e “Lercio” non c’entrano. C’entra la Confindustria. C’entrano i padroni. In questo caso quelli dell’Associazione Nazionale Imprese Pulizie (ANIP), che hanno tenuto a Roma un “originalissimo” presidio nazionale per manifestare la loro contrarietà verso il Decreto interministeriale e il successivo Bando che sancisce l’internalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, circa 12 mila (ex LSU, ATA, Appalti Storici ) impiegati nei servizi di pulizia nelle scuole pubbliche statali.
Il Decreto ha fatto seguito alla legge di Bilancio 2019 che ha sancito, dall’1 gennaio 2020, che all’interno delle scuole pubbliche non ci debbano essere aziende private. Legge di Bilancio che la Confindustria ignora.
Per certi aspetti il Decreto è stato avversato anche da CGIL CISL UIL SNALS e GILDA (prove tecniche per il sindacato unico con la Confindustria?).
In realtà il Decreto tanto odiato dal profitto è stato conquistato – perché di una conquista si tratta – dalle lavoratrici e dai lavoratori organizzati attraverso l’USB, sindacato di classe che non ha mai fatto un solo passo indietro. Per la “felicità”, in primis, di Lorenzo Mattioli, presidente di ANIP-Confidustria.
Mattioli sostiene che la sua associazione è stata costretta “a ricorrere alla mobilitazione a fronte di un vero e proprio muro di silenzio di quanti, in queste ore, stanno mettendo a rischio il futuro di oltre 16mila lavoratori e lavoratrici a tempo indeterminato che verranno licenziati dallo stato per essere internalizzati con stipendi dimezzati“.
Che dire? Non si può non evidenziare la gravità delle su dichiarazioni che pretendono di terrorizzare tutte quelle lavoratrici e lavoratori che da oltre vent’anni sono dipendenti di aziende-cooperative che, in gran parte, hanno imposto periodicamente il passaggio da una ditta ad un’altra con un contorno di varie tipologie di contratti, compresi i contratti part-time e a tempo determinato.
La Confindustria, per bocca di Mattioli, “denuncia” che “lavoratori e lavoratrici a tempo indeterminato verranno licenziati dallo Stato per essere internalizzati con stipendi dimezzati”.
Non c’è fine all’arroganza del profitto. Mattioli annuncia infatti che sarà fatto di tutto per bloccare la stabilizzazione, che lo stesso definisce testualmente “FOLLIA”, di circa 12 mila persone, stabilizzazione che avverrà ufficialmente dall’1° marzo da parte del MIUR.
Mentre Mattioli & Company preparano elmetti e moschetti con l’intendo di bloccare il Decreto le lavoratrici e i lavoratori, nelle sedi dell’USB stanno inoltrando, in tutta Italia le domande on line al MIUR per partecipare al Bando, che sancirà la graduatoria per accedere all’impiego pubblico statale, (circa 12mila persone, età media 50 anni).
Donne e uomini che la Confindustria vorrebbe invece ancora schiave e schiavi delle imprese private.
Lorenzo Mattioli se ne faccia una ragione: la lotta di classe c’è e, malgrado i suoi amici sindacati collaborazionisti, qualche volta riesce a vincere anche la nostra parte.
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