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Piaggio. Boicottiamo il referendum, rifiutiamo il ricatto, mandiamoli a casa

Referendum Piaggio: boicottandolo rifiutiamo l’ennesimo ricatto, alziamo la testa e mandiamoli a casa

Durante un tavolo di “trattativa” per l’integrativo Piaggio, un dirigente della multinazionale pronuncia una frase che racchiude in se tutta questa vicenda. Tra un sorriso e un altro dice: “D’altronde bisogna capire che il recinto dentro il quale muoversi lo decide l’azienda, non certo voi…” Cerchiamo di essere chiari, il referendum che ci sarà questa settimana sta dentro quel recinto. Nel momento in cui decidessimo di riconoscerlo andando a votare avremmo contributo a costruirne un altro pezzetto. Due anni di trattativa per partorire un accordo, a tratti grottesco, che è stato presentato in neanche un’ora di assemblea.

Questo epilogo sarebbe stato ben diverso se questa trattativa fosse partita veramente dai lavoratori e dalle lavoratrici, se la piattaforma fosse stata condivisa. Se le promesse fatte fossero state mantenute. Ci ricordiamo tutti le parole dei segretari confederali in assemblea: “i sabati non saranno toccati!” Invece le nostre giornate di lavoro sono state svendute per quattro spiccioli. Manco un caffè al giorno. Invece la democrazia sindacale, grazie a questo regalo di FIM, FIOM, UILM e azienda, rischia di essere definitivamente compromessa dentro il nostro stabilimento creando un pericolosissimo precedente per la democrazia sindacale a livello nazionale.

In questo senso l’esperienza della Fiat dovrebbe averci insegnato qualcosa. Noi lavoratori e lavoratrici Piaggio abbiamo una responsabilità storica. Lanciare un segnale forte a tutti quelli che ci considerano carta straccia, pezzenti senza dignità.

A fronte di 49 milioni di euro di utile ci vorrebbero comprare con una briciola che equivale neanche allo 0,9% dei loro guadagni annuali. Che se le tengano quelle briciole. E Noi ci teniamo i nostri sabati, il pluralismo sindacale ma soprattutto la nostra dignità di lavoratori e di operai.

Facciamo fallire questo referendum. Rompiamo il recinto in cui ci vorrebbero rinchiusi.

Il 12-13 e 14 febbaio boicottiamo questa falsa votazione sull’ipotesi di accordo presentato da Fim Fiom e Uilm.

Non siamo disposti a vendere i nostri diritti

NON ANDIAMO A VOTARE

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