L’Unione Sindacale di Base denuncia quanto sta accadendo nelle strutture della Fondazione Don Gnocchi, ma anche in altre realtà della sanità privata, dove si risparmia sui Dpi e dove da un lato si nominano esperti aziendali della sicurezza e dall’altro si manda in ferie forzate la RLS eletta dai lavoratori, cioè si allontana dal posto di lavoro proprio chi ha il compito di vigilare sulla sicurezza e proporre il rispetto del diritto alla salute.
Come USB chiediamo che la RLS sia tenuta in servizio, che ci sia una maggiore collaborazione e che la RLS possa pienamente agire nelle sue funzioni e sia ascoltata nelle sue richieste.
Riteniamo inaccettabili i comportamenti dei datori di lavoro che non rispettano le norme per la messa in sicurezza dei lavoratori, privilegiando la salvaguardia della produttività e del profitto. È intollerabile che per risparmiare e non “perdere pazienti” o per incapacità e ragioni di bilancio la sicurezza non venga garantita.
Non si può chiedere ai lavoratori di essere, oltre che eroi nella lotta al coronavirus, anche martiri del dio profitto. Chiediamo che siano attivate tutte le procedure necessarie a garantire la salute di utenti e addetti, anche se le mascherine costano. Rivogliamo l’agibilità di un presidio di democrazia e che si garantisca soprattutto la salute di chi assiste e cura! Santi sì, ma vivi!
In merito alla razionalizzazione del personale seguita alla sospensione di alcuni servizi riabilitativi, USB chiede alla Fondazione Don Gnocchi che venga da subito disposta una immediata organizzazione di turnazione del personale per evitare una gestione a scapito delle ferie già maturate ma soprattutto una oculata gestione per il mantenimento del reddito.
USB propone anche di valutare il mantenimento in servizio di un contingente di personale nonostante nei servizi ambulatoriali e semiresidenziali sia stata prevista la sospensione dei trattamenti diretti.
Per i servizi di degenza riabilitativa USB chiede che le prestazioni accreditate con il SSN siano garantite all’utenza nel rispetto dei soldi pubblici destinati a tali attività e diffida la Fondazione dall’utilizzo di qualsiasi politica aziendale di profitto atta a ridurne l’erogazione e a “razionalizzare” il personale afferente!
Laddove questo non avvenga, USB si riserva di intraprendere azioni, anche legali, a tutela dei lavoratori e a risarcimento dei danni conseguenti al perdurare di tali inadempienze e a promuovere lo stato di agitazione del personale nelle forme più opportune.
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