Quattrocento lavoratori delle cooperative Primecoop e Pool Service, appaltatrici per conto del Consorzio Primo nei siti DHL Supply Chain della provincia di Vicenza (Isola Vicentina, Trissino, e Noventa Vicentina), dal 16 maggio si ritroveranno disoccupati, dopo che il Consorzio e le cooperative che ne fanno parte hanno inviato disdetta dell’accordo commerciale per dispute sull’adeguamento tariffario.
Mentre è in corso la guerra tra DHL e Consorzio Primo, è silenzio sulla sorte dei lavoratori, ancor più inquietante perché tutti vantano decine di migliaia di euro di crediti con le passate gestioni dell’appalto, fino al 31 maggio 2018 in capo a un’altra cooperativa di Consorzio Primo, la Fenice, costretta a chiudere per i passivi accumulati.
È il solito teatrino del mondo di appalti e subappalti della logistica italiana, in particolare quelli legate al settore del fashion e alle sue grosse committenze. Si affida il lavoro a un consorzio che a sua volta appalta alle cooperative consorziate, che di solito producono bilanci in passivo e svaniscono nel nulla, lasciando debiti. In primis quelli verso i lavoratori, che oltre a non vedersi applicato il contratto collettivo di riferimento, tra un cambio appalto e l’altro perdono salari poi difficilissimi da recuperare.
USB da anni denuncia il sistema della “forma cooperativa” utilizzato dai grandi committenti che, esternalizzando il settore della movimentazione e della logistica delle merci a consorzi e cooperative, risparmiano sul costo del lavoro. I consorzi e le cooperative a loro volta si rifanno eludono vincoli contrattuali e/o legislativi, tagliando diritti e salario ai propri soci lavoratori.
In questo quadro si inscrive la vicenda DHL Supply Chain, con i 400 lavoratori di Primecoop e Pool Service che a oggi hanno ricevuto soltanto 500 euro di anticipo sulla paga e sono con le loro famiglie in enorme difficoltà economica. Il 16 maggio dovrebbe essere l’ultimo giorno di lavoro per i soci e i dipendenti delle due cooperative consorziate ma su tutta la vicenda da parte di DHL Supply Chain c’è solo silenzio.
USB ha chiesto un incontro urgente all’azienda preferibilmente in sede protetta, presso la ITL Ispettorato Nazionale del Lavoro di Vicenza, al fine di condividere un percorso che salvaguardi la continuità occupazionale di tutti i lavoratori, insieme al mantenimento dei diritti acquisiti ad oggiin termini salariali e normativi e il recupero del pregresso delle gestioni passate.
Chiediamo che DHL Supply Chain anticipi subito tutte le competenze salariali spettanti ai lavoratori per metterli in grado quantomeno di dar da mangiare alle loro famiglie
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