Altri 3, forse 4 lavoratori rischiano il loro posto all’interno della fabbrica. Negli ultimi 15 giorni infatti sono state inviate loro contestazioni disciplinari con preavviso di licenziamento; tra i lavoratori anche il delegato sindacale della Fiom Cgil Giuseppe D’Ambrosio.
Sono accusati di aver provocato problemi di sicurezza, quando invece si tratta di dipendenti che hanno presentato denunce e segnalato irregolarità proprio per quel che riguarda le misure di sicurezza sui luoghi di lavoro.
ArcelorMittal getta per strada onesti lavoratori e padri di famiglia senza alcuna motivazione valida, e lo fa utilizzando un metodo ritorsivo, colpendo cioè proprio coloro che cercano di segnalare le situazioni di pericolo nell’acciaieria tarantina. È una carneficina.
Se la situazione non fosse drammatica potremmo riderci su, dicendo che sarà la multinazionale stessa con la gestione sconsiderata che ormai la caratterizza, a risolvere il problema delle presenze in azienda, da contingentare per contenere il rischio del Covid-19, decimando i lavoratori con licenziamenti immotivati e pretestuosi.
Un atteggiamento che porta a qualificare, certamente non in termini positivi, ArcelorMittal, e che produce un clima di omertà tra i lavoratori i quali, tra il denunciare rischiando di essere licenziati e il rimanere in silenzio per timore di rimanere senza lavoro, potrebbero sempre più essere portati a scegliere la seconda strada.
Questa è l’azienda con la quale il Governo continua a trattare, incurante della pericolosità di un atteggiamento di questo tipo. Un Governo che, non intervenendo, risulta doppiamente responsabile in quanto non solo dovrebbe tutelare i lavoratori e non lo fa, ma addirittura sembra assecondare col silenzio il comportamento terrorista e psicopatico di un’azienda che non ha nulla da offrire a questo territorio.
Agli altri sindacati riteniamo di dover dire: possiamo essere divisi su tutto ma non sulla necessità di rifiutare con forza i licenziamenti ingiustificati che in questo caso colpiscono anche un delegato sindacale della Fiom Cgil, come è accaduto qualche mese fa al delegato USB Egidio Murciano.
Non possiamo ovviamente non rivolgere la nostra sincera solidarietà ai lavoratori che in queste ore temono per il loro futuro lavorativo.
*Usb
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