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Quattro delegati di Taranto lasciano la Cgil e vanno con l’Usb

«Non è possibile rimanere in questa Cgil. Decidiamo di uscirne, con l’intento di proseguire la nostra attività sindacale ed, anzi, rilanciarla». È quanto dichiarano le Rsu Francesco Marchese, Giuseppe Maniglia, Checco Masiello e Davide Cocorella del Comitato Iscritti Teleperformance, i quali annunciano pubblicamente la loro fuoriuscita dal sindacato Cgil per passare all’Unione sindacale di base.

«Vogliamo cambiare questo stato di cose e rompere il monopolio sindacale fondato sull’obbedienza al volere dell’azienda. Non siamo soli, ma, al contrario, abbiamo ricevuto subito il sostegno dell’Usb a cui aderiamo da oggi e insieme ai quali contribuiremo a ricostruire un movimento sindacale democratico e non verticistico, libero e non subalterno alle aziende, fatto di lavoratori e non di funzionari, legittimato dai lavoratori attraverso la rivendicazione e la lotta e non dai padroni attraverso la firma di qualunque accordo». Con queste parole le Rsu Francesco Marchese, Giuseppe Maniglia (presenti in conferenza stampa), Checco Masiello (assente per problemi di salute ma firmatario del documento) e Davide Cicorella (Comitato iscritti Teleperformance) hanno annunciato la decisione di passare dopo dieci anni di militanza nel sindacato Cgil all’Usb. Una decisione importante in una situazione delicata come quella di Teleperformance e maturata in diversi anni in cui «la Cgil è rimasta colpevolmente a guardare e ha consegnato completamente nelle mani dell’azienda la disciplina della prestazione di lavoro e degli orari». La condizione dei lavoratori di Teleperformance oggi è intollerabile e ciò accade anche perché la Cgil «ha ignorato consapevolmente il tema del controllo a distanza, non ha protestato di fronte alla palese violazione del Ccnl e delle leggi oppure, nella migliore delle ipotesi, ha aspettato le violazioni aziendali per promuovere azioni legali individuali che da anni prendono polvere in qualche cassetto o ha scritto qualche diffida che ha fatto il giro del web prima di essere dimenticata».

Ciò che si lamenta è soprattutto la mancanza di ascolto da parte dell’organizzazione sindacale . «Durante la nostra esperienza sindacale, come militanti ed Rsu – si legge su un volantino che verrà distribuito in mattinata fuori l’azienda- abbiamo tentato per anni di far capire alla nostra organizzazione, la Cgil, che la misura era stata ormai raggiunta da un pezzo, ma siamo stati sempre ignorati e progressivamente relegati al ruolo di fastidiosa minoranza interna: un problema sopportabile, finché circoscritto alle dinamiche interne all’organizzazione e non percepibile dai lavoratori. Oggi, però, siamo noi a sentirci totalmente estranei a ciò che realmente è diventata questa organizzazione». La Cgil, proseguono, «è sempre più distante da come avremmo voluto che fosse. Non abbiamo bisogno di un sindacato pavido e rassegnato ai ricatti occupazionali delle aziende, incapace di infondere coraggio ai lavoratori. Né di un sindacato complice, che contesta pubblicamente le scelte aziendali per giustificare agli occhi dei lavoratori la sua esistenza, ma che poi in trattativa accetta e firma qualunque accordo, anche contrario al mandato ricevuto dai lavoratori, oppure aspetta che le proteste dei lavoratori di fronte all’ennesima ingiustizia si trasformino in rassegnazione, per consentire all’azienda di fare ciò che vuole». 
La decisione di accogliere Marchese, Cicorella, Maniglia e Masiello nel gruppo è stata assunta dopo diversi mesi di confronto. «Non siamo un sindacato che mira ad ‘ingrassare’ il gruppo ma abbiamo ritenuto opportuno invece inglobare loro che hanno una spinta importante per realizzare i nostri stessi obiettivi. -dichiara Francesco Rizzo, responsabile USB Provinciale -Questi ragazzi hanno preso una posizione verso la Cgil senza accettare passivamente quanto da loro proposto in ogni occasione. Il sindacato (Cgil) che oggi cerca di contrastare le politiche aziendali è lo stesso che ha permesso negli ultimi dieci anni all’azienda stessa di sottomettere i diritti dei lavoratori, sempre in nome del ricatto occupazionale. Noi questo lo combattiamo e con altri nuovi compagni motivati come loro riusciremo di sicuro ad ottenere qualcosa di importante».
Il primo passo ufficiale sarà l’impugnazione dell’accordo del 28 luglio con cui si conclude la procedura di societarizzazione che introduce un pesantissimo peggioramento delle condizioni dei lavoratori in deroghe al Ccnl e alla legge. «Soprattutto alla luce del fatto che tra settembre e ottobre sono stati firmati altri due accordi sindacali che prevedono l’assunzione di 183 lavoratori interinali in costanza di ammortizzatori sociali già preesistenti. E tutto ovviamente in accordo con la CGIL, Cisl, Uil e Ugl», conclude Rizzo.

da http://www.cronachetarantine.it/

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