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Green Pass e trasporto pubblico: i controlli non spettano ai lavoratori

Dopo il periodo di ferie estive godute dagli italiani, le istituzioni tentano di sviluppare idee per far riprendere a pieno regime le attività lavorative e quelle scolastiche in coabitazione con la pandemia, purtroppo ancora presente sul pianeta Terra.

Come organizzazione sindacale, dall’inizio della pandemia siamo sempre stati molto attenti alle scelte operate dal Governo e dalle Regioni, e abbiamo contestato subito le percentuali di utenza ammessa sui mezzi di trasporto: 50% della capienza all’inizio, oggi portata all’80%, il che equivale a dire che su un autobus di 10 metri quadri possono salire 8 persone a metro quadro, ovviamente annullando completamente il distanziamento tra le persone.

Abbiamo subito contestato i finti poteri assegnati al personale del trasporto pubblico: il conducente o qualsiasi altra persona che non sia un pubblico ufficiale non ha il potere di decidere chi far salire o chi far scendere da un mezzo di trasporto. Inoltre questo equivoco sulla mansione ha comportato molte aggressioni nei confronti del personale.

Oggi siamo nuovamente a dover contestare la scelta governativa di assegnare al conducente e al personale dei trasporti in generale l’onere di verificare quali passeggeri siano in possesso del green pass, una verifica che spetta solo alle forze dell’ordine.

Questa pandemia ha fatto meglio comprendere a tutti l’importanza del servizio pubblico, dopo anni di tagli e di esternalizzazioni che hanno peggiorato il servizio offerto all’utenza. Oggi è fondamentale invertire la rotta rispetto alla smania privatizzatrice e tornare a un vero servizio pubblico, per garantire la sicurezza e la salute di tutti e non soltanto i profitti dei padroni. 

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