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ITA: Un’azienda pubblica che nasce già con i vecchi vizi

USB non sottoscrive il taglio dei diritti e dell’occupazione e lancia l’allarme sulla trasparenza

Come annunciato dopo l’incontro del 2 dicembre, da ITA ci siamo presi tutto il tempo necessario per analizzare, valutare e discutere insieme a tutta l’organizzazione e i lavoratori gli accordi presentati da ITA e sottoscritti dalle altre sigle sindacali.

USB ha quindi già informato il management aziendale che non procede alla sottoscrizione del verbale relativo alla “cessione degli asset e dello sviluppo occupazionale in ITA” nel quale si concorda la disapplicazione per l’intera operazione dell’articolo 2112 e si convalida l’intero assurdo processo di selezione del personale e che le assunzioni nella compagnia siano considerate “ex novo”.

Lo stesso accordo che non fornisce alcuna garanzia, ma solo un “impegno” rispetto lo sviluppo occupazionale limitato a giugno 2022.

La medesima informazione è stata inoltrata all’azionista MEF e ai presidenti di Camera e Senato.

Una débâcle sindacale di proporzioni epiche in una delle vertenze più importanti della storia repubblicana che tocca diritti storici e indisponibili dei lavoratori senza alcune garanzia e certezza occupazionale, esponendo gli stessi alla discrezionalità aziendale per le assunzioni, elemento che già in queste ore sta sollevando sospetti sulla trasparenza – giova ricordarlo – messa in atto da un’azienda pubblica.

Tutto questo condizionato da un contratto nazionale sottoscritto senza dibattito pubblico da Cgil, Cisl, Uil e Ugl che permette tagli salariali dal 30 al 20% in 3 anni, con ulteriori peggioramenti normativi che hanno l’enorme difetto di non servire in alcun modo alla certezza e garanzia occupazionale nonché alla salvaguardia dei diritti acquisiti dei dipendenti.

Nello stesso contratto si definisce una soglia di rappresentatività per i non sottoscrittori del CCNL del 15%, valore del tutto assurdo e illegittimo.

Di fatto, a parte piccoli recepimenti, le medesime cose che erano state chieste a settembre e sdegnosamente rifiutate sono state accordate due mesi dopo e senza il minimo dibattito con i lavoratori, con l’unica differenza che i riflettori della vertenza si sono affievoliti mentre nessuno delle centinaia di lavoratori che avevano assediato le sedi di negoziazione sapesse dove e quando si discutevano questi accordi.

Una situazione tanto più grave e incomprensibile se consideriamo che ITA è un’azienda pubblica posseduta al 100% dal MEF, il cui management è pagato dai contribuenti: Un’occasione per costruire un esempio virtuoso e invece ha ottenuto la cancellazione dei diritti indisponibili, il taglio dell’occupazione e dei salari a fronte di un piano industriale palesemente insufficiente e condizionato dai diktat europei, aprendo addirittura a una gestione opaca delle assunzioni.

USB non può accettare in alcun modo di avallare un processo a nostro parere (e non solo) illegittimo oltre che insoddisfacente dal punto di vista industriale e sociale; se non ci saranno correttivi sul versante delle garanzie e dei diritti procederemo a tutelarli nelle sedi opportune dando mandato al nostro collegio legale incaricato di precedere già con il deposito dei ricorsi.

Allo scopo di fare il punto della situazione sulla questione politica e legale, USB e il collegio legale convocano una riunione pubblica aperta in modalità videoconferenza per martedì 21 dicembre dalle ore 16.

E’ singolare che proprio nel momento in cui il presidente Altavilla annuncia l’avvio delle trattative con il partner industriale straniero (Lufthansa o Air France), al quale porta in dote tagli contrattuali rilevanti, arrivino dentro la “data room” migliaia di messe in mora che annunciano un enorme contenzioso dagli esiti davvero incerti.

Le passate esperienze di 20 anni testimoniano che nel trasporto aereo nessuna azienda è mai andata da nessuna parte riducendo l’attività, tagliando l’occupazione e i salari; una lezione che il management di ITA ha ignorato mentre alcuni sindacati ripetono gli stessi errori del passato.

USB non si adegua e non si rassegna: rimaniamo al fianco di tutti coloro che reclamano certezze, diritti, lavoro e trasparenza, pronti a resistere e a rilanciare perché sulla dignità del lavoro non si può più arretrare in questo Paese.

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ITA, USB non sottoscrive il taglio di diritti e occupazione, prepara i ricorsi e lancia l’allarme trasparenza. Martedì 21 assemblea pubblica online

Come annunciato dopo l’incontro del 2 dicembre con ITA, ci siamo presi tutto il tempo necessario per analizzare, valutare e discutere insieme a tutta l’organizzazione e ai lavoratori gli accordi presentati da ITA e sottoscritti dalle altre sigle sindacali.

USB ha già informato il management aziendale che non procederà alla sottoscrizione del verbale relativo alla “cessione degli asset e dello sviluppo occupazionale in ITA” nel quale si concorda la disapplicazione per l’intera operazione dell’articolo 2112, si convalida l’intero assurdo processo di selezione del personale e si ribadisce che le assunzioni nella compagnia sono considerate “ex novo”. Lo stesso accordo che non fornisce alcuna garanzia ma solo un impegno rispetto allo sviluppo occupazionale limitato a giugno 2022. La medesima informazione è stata inoltrata all’azionista MEF e ai presidenti di Camera e Senato.

È una débâcle sindacale di proporzioni epiche in una delle vertenze più importanti della storia repubblicana che tocca diritti storici e indisponibili dei lavoratori, senza alcune garanzia e certezza occupazionale, esponendo gli stessi alla discrezionalità aziendale per le assunzioni, elemento che già in queste ore sta sollevando sospetti sulla trasparenza messa in atto – giova ricordarlo – da un’azienda pubblica.

Tutto questo condizionato da un contratto nazionale sottoscritto senza dibattito pubblico da Cgil, Cisl, Uil e Ugl che permette tagli salariali dal 30 al 20 % in 3 anni, con ulteriori peggioramenti normativi che hanno l’enorme difetto di non servire in alcun modo a certezza e garanzia occupazionale nonché alla salvaguardia dei diritti acquisiti dei dipendenti. Nello stesso contratto si definisce una soglia di rappresentatività per i non sottoscrittori del Ccnl del 15%, valore del tutto assurdo e illegittimo.

Di fatto, a parte piccoli recepimenti, le medesime cose che erano state chieste a settembre e sdegnosamente rifiutate sono state accordate due mesi dopo, senza il minimo dibattito con i lavoratori, con l’unica differenza che i riflettori sulla vertenza si sono spenti e nessuno tra le centinaia di lavoratori che avevano assediato le sedi di negoziazione sapesse dove e quando questi accordi venivano discussi.

Una situazione tanto più grave e incomprensibile se consideriamo che ITA è un’azienda pubblica posseduta al 100% dal MEF, con un management è pagato dai contribuenti: un’occasione per costruire un esempio virtuoso ha ottenuto invece la cancellazione dei diritti indisponibili, il taglio dell’occupazione e dei salari a fronte di un piano industriale palesemente insufficiente e condizionato dai diktat europei, aprendo addirittura a una gestione opaca delle assunzioni.

USB non può accettare in alcun modo di avallare un processo a nostro parere (e non solo) illegittimo, oltre che insoddisfacente dal punto di vista industriale e sociale; se non ci saranno correttivi sul versante delle garanzie e dei diritti procederemo a tutelarli nelle sedi opportune dando mandato al nostro collegio legale, già incaricato di precedere con il deposito dei ricorsi.

Allo scopo di fare il punto della situazione sulla questione politica e legale, USB e il collegio legale convocano una riunione pubblica aperta, in modalità videoconferenza, per martedì 21 dicembre dalle ore 16.

È singolare che proprio nel momento in cui il presidente Altavilla annuncia l’avvio delle trattative con il partner industriale straniero (Lufthansa o Air France), al quale porta in dote tagli contrattuali rilevanti, arrivino nella “data room” migliaia di messe in mora che annunciano un enorme contenzioso dagli esiti davvero incerti.

Le passate, ultraventennali esperienze testimoniano che nel trasporto aereo nessuna azienda è mai andata da nessuna parte riducendo l’attività e tagliando l’occupazione e i salari; una lezione che il management di ITA ha ignorato, mentre alcuni sindacati ripetono gli stessi errori del passato.

USB non si adegua e non si rassegna: rimaniamo al fianco di tutti coloro che reclamano certezze, diritti, lavoro e trasparenza, pronti a resistere e a rilanciare perché sulla dignità del lavoro in questo Paese non si può più arretrare.

Unione Sindacale di Base – Trasporto Aereo

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