Nel tavolo convocato ieri al Ministero dello Sviluppo Economico, Francesco Borgomeo ha presentato alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali quello che sarà il percorso che avrà come obiettivo cedere l’azienda a un soggetto industriale credibile e abbia le caratteristiche adatte per effettuare una vera riconversione industriale dello stabilimento.
Il percorso è lungo e formalmente complesso: prevede l’utilizzo di più ammortizzatori sociali, un impegno su valutazione delle competenze e progetti (compartecipati da Regione Toscana) per la formazione e la riqualificazione di tutto il personale.
Un percorso che nell’arco di un paio d’anni dovrà portare alla cessione dello stabilimento attraverso procedura di legge.
Tutte le organizzazioni sindacali hanno indicato come sia necessario arrivare quanto prima a un “accordo quadro” che definisca adesso gli impegni e le garanzie per tutti i lavoratori (anche per quelli degli appalti) in un quadro di reimpiego totale a parità di salario.
Per USB, davanti ad un percorso così lungo ed articolato, che espone i lavoratori ad un periodo non breve di ammortizzatori sociali, è necessario che sia proprio l’accordo quadro a individuare le garanzie occupazionali ed economiche (anche per l’integrazione alla Cig) per i lavoratori di tutto il percorso e su cui innanzitutto il soggetto “4F” (la società di Borgomeo che ha acquisito lo stabilimento GKN) deve assumersi, subito e dentro un accordo, impegni concreti anche in caso di eventuale fallimento delle trattative con i soggetti che hanno presentato un interesse per il passaggio successivo di cessione della fabbrica.
Soggetti che per la nostra organizzazione non possono avere vocazioni “finanziarie”, ma devono essere invece a vocazione industriale.
USB infine ha richiamato il ministero sulla necessità che da questo tavolo non fuoriesca una narrazione falsata rispetto all’esito di questo primo step sulla vicenda GKN, su cui va detto con chiarezza che questa prima battaglia l’hanno vinta i lavoratori senza l’aiuto di nessuno.
Abbiamo espresso critica e palese insoddisfazione in particolare su come il ministro Giorgetti e il Mise stiano intervenendo sulla crisi del settore dell’automotive, ormai scoppiata pesantemente con un quadro di ridimensionamento senza precedenti.
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