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A Roma il Congresso della Federazione Sindacale Mondiale

Primi arrivi nella Capitale per i 435 delegati  sindacali provenienti da 106 paesi in occasione del 18° Congresso della Federazione Sindacale Mondiale.  86 vengono dall’Asia, 85 dall’America Latina, 83 dall’Africa, 79 dall’Europa, 45 dal Medio Oriente e 7 dagli Stati Uniti.

L’ultima volta che l’Italia ospitò un congresso della Fsm era il 1949 ed allora la Cgil era guidata da Giuseppe Di Vittorio. Negli anni la Cgil è diventata tutt’altra cosa, ruppe con la Fsm e si è totalmente sdraiata sulla Ces  (la Confederazione Europea dei Sindacati), ovvero quanto di più concertativo e subalterno ai  diktat delle istituzioni europee. Nel 2010 l’Usb cominciò le procedure per l’adesione alla Fsm definita poi nel 2014.

La Fsm ha “tenuto botta” nei difficilissimi anni Novanta, quelli della restaurazione globale del capitalismo a livello mondiale e poi è tornata a crescere e rafforzarsi, soprattutto tra i lavoratori dei paesi emergenti dove la classe operaia è cresciuta vertiginosamente sull’onda della globalizzazione e delle delocalizzazioni.

In Europa intorno ad un nucleo duro rappresentato dal Pame greco e poi dell’ Usb, la Fsm ha via via rimesso insieme i sindacati o settori sindacali combattivi di Francia, Spagna, Portogallo, Europa dell’Est. Pezzi significativi della Cgt francese hanno aderito, mentre in Spagna l’aggregazione ha riguardato i sindacati più legati alla dimensione nazionale (i baschi del Lab, la Cgt catalana etc.).

Nel resto del mondo la Fsm ha tenuto insieme sindacati con milioni di iscritti (India, Sudafrica, Brasile) e sindacati o sezioni sindacali di confederazioni più ampie.

Si assiste poi a processi di sindacalizzazione di estrema importanza negli Stati Uniti, soprattutto nei servizi (da Amazon a Starbuck) che segnano un cambio di passo importante nel cuore del capitalismo mondiale. Altrettanto importante è il processo di sindacalizzazione in Africa, in una situazione di fortissima disgregazione sociale e statuale che trova proprio nei sindacati un punto di ricomposizione.

Le 49 pagine delle tesi congressuali – “Tesi e priorità” – affrontano tutti i temi all’ordine del giorno per un movimento sindacale di classe, combattivo e internazionalista. In appendice un interessante pubblicazione statistica a livello internazionale sui cambiamenti economico/sociali dal 2005 al 2022.

I lavori iniziano venerdi 6 maggio e si concluderanno domenica con l’approvazione del documento e le elezioni degli organismi dirigenti.

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