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Ci ha lasciati il “Grande Lollo”

È morto Lollo, anzi il Grande Lollo, al secolo Massimo Cerofolini. Lollo è stato uno dei centoventi facchini che all’INPS hanno dato vita, nel 1974, prima al Comitato Salariati Esterni INPS e poi alla RdB.

Una battaglia durissima per l’assunzione diretta da parte dell’INP, dove lavoravamo in appalto per tre cooperative nel centro elettronico, addetti alle macchine che stampavano, tagliavano e imbustavano ogni mese milioni di libretti di pensione che poi inviavamo agli uffici postali e alle banche.

Eravamo organizzati su tre turni e si lavorava a ciclo continuo anche la domenica ma, per tutti, noi eravamo i facchini delle cooperative, gente da evitare per la nostra provenienza sociale e per la propensione a farci rispettare, che erano davvero inedite per un ambiente impiegatizio come quello dell’INPS dell’epoca.

La nostra controparte diretta erano CGIL CISL UIL che allora, insieme a Confindustria, avevano la gestione diretta degli Enti Previdenziali e fra questi l’INPS che era come oggi il più importante.

Vincemmo dopo alcuni anni di mobilitazioni, scioperi, occupazioni, cortei a cui tutti e 120 partecipavamo compatti e costringemmo l’istituto ad assumerci anche noi come impiegati, anzi come Operatori Tecnici, una qualifica di cui andavamo fieri. E da lì nacque la prima RdB.

Tra i facchini c’erano ragazzi di vent’anni appena usciti dal liceo in cerca di qualche soldo per mantenersi all’università ma anche molti facchini veri e propri quelli dei traslochi, dei mercati generali, molti di loro facevano quel mestiere perché la loro storia precedente non gli consentiva molto di più.

Lollo era un ragazzone di un metro e novanta, all’epoca magrissimo e tutto nervi sempre in prima fila quando c’era da andare giù duri, o quando c’era da andare a dare una mano ai giovani studenti a cacciare i fascisti dalle scuole dell’EUR.

Con noi ha cominciato a vivere una storia nuova in cui c’entrava la consapevolezza dei propri diritti, qualche spolverata di politica, ma soprattutto l’appartenenza ad una comunità che non avrebbe mai più abbandonato fino ad oggi.

Non siamo rimasti in molti di quella brigata, molti negli anni ci hanno lasciato, altri si sono trasferiti lontano, ma al di là della distanza e della difficoltà di rincontrarci, quella lotta ancora ci tiene molto legati. Ciao fratello ti voglio un sacco di bene.

Chi ha compagni non muore mai.

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