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Giuliano De Seta, studente ucciso in fabbrica, non ha neanche diritto al risarcimento

Si aggiunge un nuovo, triste, capitolo alla vicenda della morte di Giuliano De Seta, diciottenne ucciso durante uno dei cosiddetti “stage formativi” nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro.

Il giovane, studente che frequentava il quinto anno dell’Istituto Tecnico Leonardo Da Vinci di Portogruaro, venne travolto da un blocco d’acciaio di più di una tonnellata, presso la ditta Bc Service di Noventa di Piave lo scorso 16 settembre. 

È di questi giorni la notizia che alla famiglia del giovane non sarà riconosciuto il risarcimento INAIL a causa di un cavillo: lo “status” di Giuliano era quello di stagista, pertanto non può accedere a un risarcimento da parte dell’istituto, previsto solo nel caso in cui la vittima sia un capofamiglia.

Evidentemente, in Italia, studenti appena maggiorenni sono abbastanza grandi per poter lavorare, mettendo a rischio la loro vita in fabbrica, ma al contempo non vengono riconosciute loro le tutele che spettano invece ai lavoratori propriamente detti. 

Stando alle prime ipotesi scaturite dalle indagini, se nella ditta fossero state rispettate tutte le misure di sicurezza, il giovane Giuliano sarebbe ancora vivo.

A nostro avviso, però, è lo stesso sistema dell’alternanza scuola-lavoro, ora PCTO, a essere profondamente sbagliato: non è lavoro né formazione, ma sfruttamento; rappresenta, inoltre, un concreto rischio per la salute degli studenti, soprattutto di istituti tecnici e professionali troppo spesso visti come luoghi di formazione di serie B. 

Giuliano non avrebbe mai dovuto essere messo in una situazione di rischio simile. Semplicemente, non avrebbe dovuto essere in una fabbrica a lavorare senza stipendio e senza tutele, ma in un’aula di scuola a formarsi e imparare.

Da anni, il sistema scolastico pubblico è costantemente sotto attacco, sotto-finanziato, svilito del suo ruolo sociale e formativo, mentre con alternanza e PCTO si punta a formare soltanto braccia da sfruttare, non cittadini consci dei propri diritti.

Rete Iside, OSA e USB P.I. Scuola da tempo portano avanti collaborazioni e attività in comune su salute e sicurezza per studenti, docenti e personale scolastico, partendo da un fondamentale punto in comune: i PCTO vanno assolutamente aboliti, al più presto. 

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2 Commenti


  • Pasquale

    Proprio nel momento in cui la scuola dovrebbe fornire agli studenti i mezzi necessari affinché possano sviluppare una consapevolezza e formarsi un pensiero critico su tutto ciò che ruota intorno al mondo del lavoro, tutto questo diventa, invece, solo un’esperienza che spesso si traduce in sfruttamento e speculazione riconosciuti e consentiti dallo Stato stesso. E poco importa se morire da studente mentre cerchi di incamminarti nel futuro, è la cosa più ingiusta del mondo.


  • Walter

    Beh ma ti sei risposto da solo sul perché, no ? La verità è che non frega un cavolo a nessuno, tanto non è capitato nelle loro famiglie. A proposito di barbarie…

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