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Per Stellantis è sempre domenica…

Ieri mattina si è svolto presso il  Ministero delle Imprese e del Made in Italy il tavolo convocato dal ministro Urso su Stellantis, tavolo in cui va dato atto al Governo di aver sollevato nel rapporto con l’azienda gli elementi  giusti di discussione e preoccupazione.

Non è sfuggito a nessuno infatti, che il ministro ha chiesto conto all’azienda dell’utilizzo delle risorse pubbliche e del fatto che degli incentivi erogati dallo Stato a Stellantis (quasi 2 miliardi di euro) solo il 45% è stato destinato in Italia. È stata plateale e ferma la richiesta di rassicurazioni sul futuro degli stabilimenti nazionali e sulla filiera produttiva.

In un contesto complesso come quelle delle transizioni digitale ed ecologica, il Governo si interroga sul fatto che in questo momento Stellantis sta allineando, rispetto a queste transizioni, altri paesi e altri stabilimenti fuori dall’Italia, a scapito di quelli del nostro.

Le risposte dell’azienda sono state nervose e generiche, un elenco infinito di progetti e prodotti che però contrastano fortemente col quadro occupazionale attuale e con la condizione dei lavoratori di tutto il gruppo. Il mantra di Stellantis alla fine è sempre lo stesso, rivendicato anche a questo tavolo: più incentivi per tutto.

Servono incentivi per il passaggio all’elettrico, servono incentivi al sostegno della domanda, servono incentivi per le infrastrutture, serve il supporto alla cancellazione della normativa Euro7, serve il sostegno al costo dell’energia e servono incentivi per il passaggio all’autoproduzione della stessa. Insomma, Stellantis vorrebbe che fosse sempre domenica.

USB, presente per la prima volta ad un confronto diretto con l’azienda in presenza del Governo, ha posto con forza alcuni elementi di riflessione e di rivendicazione.

È chiaro a tutti che sul piano strategico il Governo deve recuperare un pezzo di governance, esattamente come avvenuto in Francia, con un suo intervento diretto. Pur riconoscendo al ministro una discontinuità nell’interlocuzione con l’azienda, è evidente come oggi ci sia un condizionamento determinato dal peso di una fusione che ha spostato il baricentro decisionale tutto su PSA e quindi sulla Francia, col rischio che il nostro Paese venga lasciato ai margini sia produttivi che di innovazione tecnologica e di occupazione dentro al quadro delle due transizioni.

Al tavolo è necessario affrontare, all’interno del tema nuovi prodotti, soprattutto il tema occupazionale. Serve in sostanza capire in che modo le parole di Stellantis si traducono sul piano occupazionale e produttivo. Sappiamo perfettamente che oggi un nuovo prodotto, anche innovativo, corrisponde ad un minor numero di occupati e su questo vogliamo risposte.

USB ha posto l’esigenza della condizionalità degli incentivi e dell’intervento di Stato. Serve che la discussione al tavolo Stellantis prosegua nella certezza che l’intervento economico di Stato su investimenti progetti ed incentivi sia sancito anche con un accordo dove sia palese il ritorno e la verifica sull’impatto sociale  ed occupazionale che questi determinano.

Per USB la garanzia dell’occupazione e la salvaguardia degli stabilimenti deve essere messa al primo posto, e questo l’azienda deve metterselo bene in testa.

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