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Strage sul lavoro a Firenze: travolti gli operai che lavoravano al cantiere di Esselunga. Martedì 20 presidio al Ministero del Lavoro

Serve il reato di omicidio sul lavoro come deterrenza

Una vera e propria strage a Firenze: questa volta, stando alle prime informazioni, è toccato a tre operai che lavoravano al cantiere Esselunga di via Mariti a Firenze. L’incidente è avvenuto questa mattina, quando una trave di cemento è crollata e ha colpito in pieno gli operai.

Tre morti e cinque dispersi, è questo il terribile bilancio stando alle prime informazioni. Tre lavoratori, invece, rimasti feriti sono stati trasportati all’ospedale di Careggi (2 in codice rosso, 1 in codice giallo).

Altre vite che si spengono, altre persone uscite di casa per recarsi al lavoro, che non faranno rientro dai loro familiari.
Esprimiamo tutto il nostro cordoglio ai familiari delle vittime e la nostra solidarietà con i soccorritori che sono alla ricerca dei dispersi.

Mobilitiamoci per la tutela della salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori!

Siamo convinti che sia necessaria una legge che introduca il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro: troppo spesso le misure di sicurezza vengono aggirate per risparmiare, aumentando i profitti speculando sulla vita di chi lavora, serve quindi una forma di deterrenza adeguata come quella che garantirebbe l’introduzione di questa nuova fattispecie di reato.

Chiediamo che la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese siano messi al centro dell’interesse pubblico e siano tutelati da leggi che devono essere applicate.

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Strage di lavoratori a Firenze: i padroni hanno le mani sporche di sangue. Martedì 20 presidio al Ministero del Lavoro

Un’altra strage di lavoratori, l’ennesima, gravissima anche se non si conosce ancora il numero esatto delle vittime. Sicuramente un bilancio pesantissimo con diversi morti, feriti e dispersi sotto le macerie di un capannone in costruzione alla Esselunga di Firenze.

Esprimiamo vicinanza alle famiglie e ai colleghi: in queste ore è la prima considerazione che riusciamo a fare, che viene spontanea. Altre famiglie in lutto perché le imprese pensano solo a far soldi e se ne fregano della vita degli operai.

Ma subito dopo sale la rabbia, contro un governo che si rifiuta di affrontare il tema della sicurezza sui posti di lavoro. Ricordiamo le dichiarazioni della ministra Calderone che, a pochi giorni dal suo insediamento, sosteneva che la sicurezza sarebbe stata una priorità: ricordiamo la convocazione delle parti sociali, i grandi proclami e poi, in concreto, l’approvazione di nuove regole, come quelle sugli appalti, che abbassano ulteriormente le tutele.

Anche la recente proposta di riforma della giustizia, presentata pochi giorni fa dal governo, non affronta la necessità di introdurre una legislazione che colpisca direttamente i padroni quando si dimostrano responsabili degli omicidi sul lavoro, dimostrando la totale noncuranza di questa classe politica verso le continue stragi sul lavoro.

È lo sfruttamento il mandante degli omicidi dei lavoratori, un’organizzazione del lavoro imposta dagli industriali che si poggia sul sistema degli appalti, sul lavoro nero e sulla logica del massimo risparmio sui diritti e sulla sicurezza, sulla complicità dei governi.

L’USB invita tutte le strutture territoriali e di categoria ad attivare la mobilitazione e proclamare scioperi nei diversi settori e chiama alla mobilitazione contro il governo.

Martedì 20 dalle ore 10 tutti sotto al Ministero del Lavoro a Roma .

Basta stragi, basta impunità: vogliamo l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro.

Unione Sindacale di Base

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2 Commenti


  • Pasquale

    Ma il mondo sindacale dov’era quando al governo firmavano i nuovi codici che rendevano ancora più selvaggio il mondo degli appalti con subappalto, sub-subappalto e ribassi da capogiro che per forza di cose hanno messo a rischio la sicurezza sul lavoro, facendo solo gli interessi della borghesia imprenditoriale. Era allora che bisognava fare le barricate.


  • Mara

    Lo stato italiano si interessa più della sorte dei dissidenti detenuti in Russia che della salute incolumità e sicurezza dei suoi lavoratori.
    Nulla ha da insegnare agli altri paesi viste le condizioni a cui sono sottoposti i detenuti dissidenti nelle nostre carceri n condizioni di isolamento da anni come Alfredo Cosspito.

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