Il ministro in campagna elettorale e la commissione tornano ad attaccare
Il ministro dei trasporti Matteo Salvini, dopo un periodo di dignitoso silenzio sulla materia, torna a colpire il diritto di sciopero e ordina il differimento ad altra data dello sciopero regolarmente indetto da parte di USB insieme a Cub Trasporti e SGB e l’assemblea del personale viaggiante per il 19 e 20 maggio prossimo.
Oltre le solite motivazioni sui disagi all’utenza e la prevista alta adesione dei ferrovieri allo sciopero, fattori sui quali l’ineffabile ministro continua ad astenersi scrupolosamente dal chiedere conto alle aziende che sono le prime responsabili del disagio, questa volta si appella al “gran premio del made in Italy e dell’Emilia Romagna” previsto a Imola.
Con il massimo rispetto per gli appassionati, vorremmo ricordare che gli scioperi si fanno perché sono in ballo salari, diritti e sicurezza oltre la democrazia sul luogo di lavoro di decine di migliaia di ferrovieri. Tutte questioni che meriterebbero l’attenzione del Ministro che potrebbe, se proprio vuole evitare gli scioperi, obbligare le aziende ferroviarie ad aprire le negoziazioni a tutte le organizzazioni sindacali.
E invece assistiamo di nuovo alla più cinica (e misera) campagna elettorale sulla pelle dei lavoratori fatta da Salvini a poche settimane dalle elezioni europee.
L’ultima volta che il ministro Salvini si è messo a giocare con un diritto costituzionalmente garantito dello sciopero, si è trovato sulla sua strada la disobbedienza di USB e dei suoi delegati del trasporto locale per poi subire la sonora batosta con la sentenza emessa dal TAR.
E infatti stavolta il prode ministro è stato soccorso dalla nuova commissione di garanzia di nomina meloniana, la quale ha convocato una seduta d’urgenza il giorno dopo la prima segnalazione da parte del ministero: una procedura mai vista prima, perché dovrebbe essere il contrario, emettendo una delibera.
In quest’ultima, cui in estrema sintesi, c’è scritto che lo sciopero è illegittimo perché fortemente partecipato. Ergo, in Italia, sarebbero ammessi solo gli scioperi che non funzionano, delibera peraltro mai inviata alle organizzazioni sindacali.
Le dirigenze aziendali, sentitamente, non potrebbero avere un trattamento migliore di questo.
Nelle prossime ore, USB Lavoro Privato procederà a riposizionare lo sciopero ma studierà la strategia per individuare la corretta risposta da dare verso un atto ingiusto oltre che illegittimo che impatta fortemente sull’esercizio di un diritto costituzionale nei servizi pubblici.
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