Rilanciamo la campagna Cercasi Schiavo: anche quest’anno per i lavoratori e le lavoratrici del turismo si riaffacciano le enormi criticità del lavoro nel settore.
Dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, voluto e applaudito dal ministero del turismo e dall’attuale governo, come una misura che avrebbe favorito le imprese nella ricerca della mano d’opera. Ci troviamo però nuovamente con la litania della mancanza del personale, con riferimento al comparto del turismo, dei pubblici esercizi e della ristorazione stagionale e no. Sappiamo bene che nel settore non mancano certo i lavoratori e le lavoratrici, quello che viene cercato dalle imprese è invece condizione di schiavitù.
Le città nella penisola conoscono sempre più processi di turistificazione, con la crescita degli indotti turistici, con distretti sempre più legati al lavoro nei pubblici esercizi. Il settore, al contrario di quello che affermano gli esponenti del mondo dell’impresa è sorretto da una forza lavoro giovane.
Per molti lavoratori e lavoratrici è la prima esperienza di lavoro, contrassegnata da una forte emergenza salariale, con i principali CCNL applicati scaduti da anni. Inoltre, questo settore è colpito dalla piaga del lavoro nero e grigio e dalla forfetizzazione a ribasso del salario. Sovente i lavoratori e le lavoratrici non riescono, in virtù delle irregolarità e dei contratti, ad accedere agli ammortizzatori e alla disoccupazione.
Perciò è necessario un rilancio della battaglia sul salario, con aumenti netti in busta di almeno 300 euro e l’introduzione del salario minimo che scalzi i CCNL scaduti. Inoltre, pretendiamo che le retribuzioni siano tutte in busta, con la corretta applicazione dei livelli d’inquadramento, con il rispetto dei giorni di riposo, della malattia e delle maggiorazioni. Le giornate lavorative nel settore vanno ridotte, a parità di salario, troppo spesso abbiamo giornate lavorative che superano le dodici ore.
Necessario è contrastare le molestie sui luoghi di lavoro, in un settore dove la metà delle lavoratrici sono donne e sottoposte ad un doppio ricatto.
Va inoltre riformato lo strumento della NASPI, che nella forma attuale non garantisce la sostenibilità di un’occupazione stagionale, essendo calcolata sulla metà delle giornate lavorate con importanti decurtazioni salariali.
Nel dicembre 2023, sono inoltre scadute le concessioni sul suolo demaniale, ed è per noi necessario che si rilanci un progetto di lavoro pubblico, oltre la logica concessionaria, un lavoro pubblico e di qualità sulle spiagge, che sono bene pubblico e comune, oltre la logica del profitto.
SCHIAVI MAI!
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