L’ex Ilva di Taranto deve essere fermata perché nuoce alla salute collettiva. La Corte di giustizia dell’Ue con una sentenza stabilisce la supremazia del cittadino su quella della produzione e del fatturato. “Se presenta pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute umana, l’esercizio dell’acciaieria Ilva dovrà essere sospeso“.
L’acciaieria di Taranto, la seconda più grande d’Europa, potrebbe dunque chiudere i battenti, temporaneamente, in ragione della tutela della salute e dell’ambiente.
Spetterà ai giudici nazionali fare le valutazione del caso e procedere alle decisioni necessarie, ma intanto i giudici di Lussemburgo tracciano la via da seguire in materia di diritto.
Il pronunciamento della Corte di giustizia dell’Ue è solo l’ultimo atto di una storia infinita.
Nel 2019 la Corte europea dei diritti dell’uomo (organismo internazionale non Ue) ha accertato che l’acciaieria provocava significativi effetti dannosi sull’ambiente e sulla salute degli abitanti della zona, condannando l’Italia a porre rimedio. La Commissione europea aveva aperto il dossier sull’impianto industriale di Taranto già sei anni prima, nel 2013, per chiedere di renderlo meno inquinante.
“La sentenza della Corte di Giustizia Europea pone dei punti chiari ed imprescindibili, dicendo che, accanto alla valutazione del danno ambientale, va messa quella sanitaria. Inoltre, questa pronuncia bacchetta l’Italia e dice no al ricorso indiscriminato alle proroghe dell’Aia” scrivono in una nota Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’Esecutivo Confederale Usb.
“Questa pronuncia dà la possibilità al Tribunale di Milano di bloccare, in presenza di determinate condizioni, l’attività produttiva. Alla luce di tutto ciò, attendiamo una tempestiva convocazione dal Governo per discutere del futuro dei lavoratori e delle famiglie degli stessi, che operano in tutti i siti italiani siderurgici del gruppo” – affermano i due sindacalisti dell’Usb da anni interni ed impegnati nella vicenda dell’ex Ilva di Taranto – “Bene quindi la pronuncia della Corte che parla chiaro, ma il Governo italiano sia finalmente consequenziale, convocando i sindacati e individuando una strada che tenga insieme il rispetto della salute e dell’ambiente da un lato, e dell’occupazione dall’altro”.
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