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Caos Ferrovie: i chiodi e i sospetti di sabotaggio del management societario

Siamo ormai allo stadio di farsa nella ripetizione della tragedia: nel mezzo degli interminabili mesi di dissesto del servizio ferroviario, tra infortuni e aggressioni sul lavoro, incidenti e avarie su treni e infrastruttura, il management societario va a pescare nel complottismo contro ignoti intenzionati a sabotare la rete ferroviaria, proprio negli orari di maggior impegno produttivo.

A parte che ammettere un sospetto di potenziale, sistematico, sabotaggio dell’infrastruttura, significa ammettere una inefficienza di controllo che dovrebbe immediatamente portare a uno stato di allarme precauzionale ma, soprattutto, alle dimissioni volontarie dei responsabili di tale condizione di pericolo.

Restiamo tuttavia esterrefatti della protervia con cui governo e dirigenze societarie, si ostinano a negare il catastrofico esito delle loro decennali politiche di riorganizzazione del settore, tutte a base di tagli occupazionali, banalizzazione e smantellamento delle capacità professionalità, totale appalto ai privati della manutenzione infrastrutture, progressivo aumento dei carichi e delle fasce di impegno lavorativo, riduzione del tempo di riposo, del tempo libero e della capacità di reddito, per i lavoratori interessati.

Stiamo denunciando da mesi, con scioperi e esposti in ogni opportuna sede, il dissesto organizzativo generato dalle pretese privatistico-speculative dei blocchi managerial-padronali sul settore ferroviario, laddove lavoratrici e lavoratori dell’esercizio operativo si ritrovano nelle peggiori condizioni di lavoro a dover garantire sicurezza e regolarità della circolazione ferroviaria, rischiando la loro salute, la loro incolumità fisica e giuridica: sui treni, sui binari e nelle sale circolazione.

Una condizione gestionale che, senza andare troppo lontani, ha prodotto la strage dei cinque lavoratori degli appalti manutenzione sui binari di Brandizzo, nell’agosto del 2023: la punta di un iceberg che incombe da tempo sulle garanzie di sicurezza sul lavoro e su quelle stesse della circolazione ferroviaria, come si può rilevare dalla serie continuata di cosiddetti inconvenienti di esercizio, così come dalla preoccupante quantità di infortuni e incidenti mancati per un pelo, che continuiamo a registrare quotidianamente.

Rispetto al preoccupante quadro di dissesto organizzativo di cui sopra va evidenziato il peso decisivo che hanno avuto successivi rinnovi contrattuali a perdere (per lavoratrici e lavoratori interessate/i) e soprattutto, la contestuale stipula di accordi sindacali di settore, come quello per la manutenzione infrastrutture del 10 gennaio 2024 che hanno scaricato sulle condizioni di lavoro i costi delle pretese di profitto economico privato nel settore, procurando contestualmente e, paradossalmente, un grave danno alla capacità produttiva delle aziende territoriali di RFI.

Riteniamo perciò le dichiarazioni dei responsabili delle ferrovie italiane in linea con la visione speculativa di cui sopra. Rafforzeremo quindi la nostra iniziativa di pressione sindacale e politica affinché i titolari di governo dello Stato e delle società di servizio pubblico come le ferrovie siano inchiodati alle loro responsabilità e siano portati a rispondere davanti a cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori sulle loro politiche colpose di generale dissesto del bene comune pubblico.

Per questo ribadiamo l’appello verso tutte e tutti dell’esercizio ferroviario a mantenere e sviluppare il livello di mobilitazione già espresso nei mesi scorsi, con gli scioperi per un degno rinnovo contrattuale e per il contrasto alle visioni speculative politico-managerial-padronali nel settore, garantite, fin qui, dal favoreggiamento delle compagini sindacali firmatarie di contratti e accordi a perdere.

Ferrovie efficienti e sicure significa innanzi tutto rispetto dei diritti e delle tutele di chi vi lavora!

Ribaltiamo i tavoli truccati dove si perde tutto!

Imponiamo una contrattazione delle condizioni di lavoro e di reddito con rivendicazioni avanzate!

Riprendiamoci il sindacato e la parola!

Sosteniamo e facciamo crescere Unione Sindacale di Base anche nelle ferrovie!

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Il Tar dà ragione a USB: Salvini non poteva precettare lo sciopero del 13 dicembre

Dopo che a dicembre si era già espresso sospendendo l’ordinanza con la quale Salvini intendeva depotenziare lo sciopero del 13 dicembre, ora il Tar del Lazio ha pronunciato una sentenza di annullamento della stessa ordinanza, dichiarandone la illegittimità. Con la stessa ordinanza il Tar ha condannato il ministro a pagare le spese legali.

A rendere illegittimo l’intervento di Salvini è stata, in sostanza, l’assenza di fattori straordinari che potessero giustificare l’azione del Ministro, soprattutto in considerazione del giudizio di regolarità dello sciopero espresso dalla Commissione di garanzia. Il potere di precettazione del Ministro può essere esercitato su segnalazione della Commissione “ovvero quando ricorrano condizioni di urgenza e necessità”, recita la sentenza, ma sono proprio queste condizioni a non essersi presentate lo scorso 13 dicembre.

Va ricordato che già nel dicembre del 2023 Salvini aveva precettato uno sciopero nel settore del solo trasporto locale e che in quell’occasione il Tar non aveva riconosciuto la sospensiva. Quando poi il 28 marzo del 2024 aveva riconosciuto l’illegittimità dell’intervento del Ministro, la sentenza era risultata priva di effetti concreti, poiché lo sciopero era stato comunque depotenziato.

È evidente che Salvini sia alla disperata ricerca di visibilità, anche se ultimamente con sempre meno successo. Invece di affrontare i mali strutturali del sistema dei trasporti, sempre più evidenti peraltro, si è lanciato in una crociata contro il diritto di sciopero per ingraziarsi i desiderata delle associazioni padronali. Poiché il lupo perde il pelo ma non il vizio, sicuramente tornerà alla carica, anche perché con i pessimi contratti che si apprestano a firmare tanto nel Tpl come nelle Ferrovie, le ragioni delle proteste aumenteranno.

Sulla sua strada troverà però con ancora più determinazione la nostra organizzazione, che ha già dimostrato di poterlo contrastare efficacemente, senza lasciarsi intimidire dall’azione di un ministro che è andato molto oltre il potere di cui dispone.

Unione Sindacale di Base

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