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Alla Piaggio venerdi si sciopera per dire No alla guerra e al riarmo

Mentre in Piaggio lavoratrici e lavoratori sono costretti alla cassa integrazione al 65%, il governo – sotto dettatura della NATO – decide di portare le spese militari al 5% del PIL, cioè 145 miliardi di euro entro il 2035.

Una scelta politica precisa: togliere risorse a lavoro, sanità, scuola, trasporti e sicurezza sul lavoro per alimentare un’economia di guerra. Una logica bellicista che ci trascina verso conflitti sempre più aperti, trasformando l’Italia in piattaforma logistica e militare della NATO e degli USA.

Intanto, il governo reprime i lavoratori e i sindacati conflittuali con provvedimenti come il Decreto Sicurezza, che mira a criminalizzare le lotte, proprio quelle che difendono i diritti di tutti.

Ogni giorno in Italia si continua a morire sul lavoro: le ‘morti bianche’ aumentano, ma le istituzioni restano in silenzio.

La sicurezza non è un costo da tagliare! Per carri armati, caccia e missioni militari i soldi si trovano subito. Ma a noi impongono: Salari da fame – Cassa integrazione -Lavoro precario -Repressione sindacale Il nostro territorio è già un hub militare strategico: Camp Darby – Nuovo Comando NATO a Firenze – Base GIS-Tuscania nel pisano costata mezzo miliardo.

Usb aderisce alla mobilitazione regionale del 13 luglio contro Camp Darby!

L’11 LUGLIO SCIOPERIAMO PER: Fermare il genocidio del popolo palestinese e sostenere la resistenza contro lo stato terrorista di Israele, Bloccare il riarmo e destinare quei soldi a sanità, scuola, trasporti e sicurezza, Difendere salari, garantire redditi pieni e condizioni dignitose per chi è in cassa integrazione, Rilanciare il lavoro stabile e pubblico, fuori dalla logica del profitto e della guerra, Investire subito in sicurezza per fermare la strage quotidiana di morti sul lavoro, Fermare la repressione sindacale e ritirare il Decreto Sicurezza

CHIEDIAMO: Stop all’aumento delle spese militari; Investire in scuola, sanità, trasporti, sicurezza; Rilancio industriale di Piaggio e della filiera metalmeccanica, in una prospettiva pubblica, ecologica e sociale; Salari dignitosi, contrattazione vera e condizioni di lavoro stabili; Fine della repressione sindacale, ritiro immediato del Decreto Sicurezza.

Fuori l’Italia dalla Nato. Nessuna base per nessuna guerra. Salario, welfare, sicurezza: questa è la nostra priorità. Abbassare le armi, alzare i salari

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