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Incontro al Ministero sulla St Microelectronics Catania. Investimenti, riorganizzazioni e promesse:

Nell’incontro dell’11 dicembre 2025 al Mimit, STMicroelectronics ha illustrato gli sviluppi industriali previsti per lo stabilimento di Catania. USB prende atto degli annunci, ma denuncia l’assenza di un vero piano occupazionale e l’aumento delle pressioni sulle lavoratrici e sui lavoratori del sito.

Il governo ha ribadito le 2000 entro il 2037 assunzioni e i 2 miliardi (sui 5 complessivi) di investimenti pubblici previsto dall’accordo di Sviluppo STM, ma sembrerebbero alla fine dei conti solo sostituzioni di pensionamenti, prepensionamenti e uscite volontarie a cui l’azienda vorrebbe arrivare attraverso un accordo.

M5, GaN, SiC: confermati gli impegni… ma non i posti di lavoro

ST ha confermato:

  • l’avvio del modulo M5 per la produzione su silicio 200 mm;
  • l’introduzione della tecnologia GaN 200 mm e la sua futura messa in produzione nello stesso modulo;
  • il trasferimento del SiC da 150 a 200 mm con chiusura definitiva della produzione a 150 mm;
  • la chiusura dell’EWS silicio e il consolidamento dell’EWS SiC nel SiC Campus;
  • la costruzione di una nuova linea di assemblaggio e collaudo (BE);
  • la continuità dei contratti con i centri di ricerca esterni;
  • nessun impatto occupazionale secondo la versione dell’azienda.

Questi annunci confermano una trasformazione profonda del sito, ma non portano la crescita occupazionale che Catania attende da anni.

Il “SiC Campus” avanza, ma i lavoratori restano sempre gli stessi

ST ribadisce l’obiettivo: 5.000 wafer a settimana di capacità produttiva SiC entro il 2027 e un ulteriore fase espansiva legata al mercato che traguarderà il 2037 con 15.000 wafer a settimana.

È iniziata la fase di studio operativo per adeguare il progetto a: approvvigionamento idrico, variazioni della domanda, accelerazioni tecnologiche, tensioni geopolitiche, dinamiche del mercato cinese.

USB osserva che, mentre l’azienda parla di espansione e competitività globale, lo stabilimento continua a reggersi sugli stessi organici, con carichi crescenti e reparti sotto pressione.

L’incremento dichiarato di soli +37 posti di lavoro entro il 2027 è ridicolo rispetto agli investimenti annunciati e alle necessità reali del sito.

Riorganizzazioni, chiusure e transizioni: il prezzo lo paga chi lavora

La chiusura dell’EWS silicio, il trasferimento della produzione SiC, l’avvio dei nuovi moduli e l’accelerazione delle tecnologie comportano: turni più pesanti, formazione compressa, aumento dei rischi operativi, stress e carichi oltre i limiti, reparti che si svuotano per sostenere altrove l’urgenza produttiva.

USB: Catania merita chiarezza, investimenti veri e posti di lavoro reali e quindi:

  • un piano occupazionale concreto, con assunzioni proporzionate agli investimenti;
  • garanzie sulla sicurezza e sulla qualità del lavoro in tutte le nuove linee produttive;
  • trasparenza totale su transizioni, chiusure e nuove tecnologie;
  • ricollocazioni effettive e garantite per tutti gli addetti coinvolti;
  • stop all’utilizzo della flessibilità estrema per coprire i vuoti di organico.

Catania non può essere un sito in espansione solo “sulla carta”. Gli investimenti devono tradursi in lavoro stabile, sicuro e di qualità e non riorganizzazioni e crescita di profitti a discapito dei lavoratori.

La vertenza ST Italia la si difende e la si sviluppa se si tengono insieme i 14000 lavoratori dei siti italiani

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