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Strage di Viareggio: procura chiede 41 rinvii a giudizio. Moretti compreso

A renderlo noto nella tarda mattinata di oggi è stata la stessa procura, che ha inoltrato le richieste al Gup. Le ipotesi di reato a carico degli indagati sono, a seconda dei casi, disastro ferroviario colposo, lesioni colpose, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e violazione delle norme antinfortunistiche.

Tra gli indagati rimane, come da sempre chiedono i familiari delle vittime della strage, anche Mauro Moretti che, in qualità di amministratore delegato di Rfi dal 2001 al 2006 e poi di Ferrovie dello Stato, non avrebbe valutato i pericoli e i rischi del passaggio di treni carichi di sostanze pericolose da stazioni come quella di Viareggio (Lucca), circondata da case.

Nell’elenco delle persone rinviate a giudizio anche i responsabili e alcuni dipendenti della Gatx, azienda tedesca proprietaria del convoglio che deragliò, e della Cima, impresa italiana autrice della revisione dell’asse del treno che poi ‘criccò ‘, provocando il deragliamento del convoglio.

E’ comunque scontro tra difesa e accusa sulle cause del disastro. “Siamo convinti, così come sostiene il nostro consulente, che lo squarcio sulla cisterna fu provocato da un picchetto” ha spiegato il procuratore di Lucca, Aldo Cicala, in merito alle richieste di rinvio a giudizio. L’indagine ha cercato di chiarire due aspetti principali: prima di tutto le responsabilità del deragliamento, causato dalla rottura dell’asse da tempo fratturato. E poi le cause dello squarcio che si aprì sulla cisterna, provocando la fuoriuscita del gpl che poi esplose.
E’ su questo aspetto che c’è conflitto: per i periti del gip, così come per i consulenti delle Ferrovie, a provocarlo fu l’impatto con un componente indispensabile dello scambio. Per gli esperti nominati dalla Procura invece fu lo scontro con un picchetto, usato per la segnaletica, la cui pericolosità, secondo i pm, sarebbe stata sottovalutata da Fs. ”Rispetto all’avviso chiusura indagini del giugno scorso – spiega Cicala – non ci sono cambiamenti. In questi mesi, nove indagati, tutti delle ditte tedesche, hanno chiesto di essere interrogati, ma la nostra ricostruzione resta la stessa. Per le richieste di rinvio a giudizio abbiamo dovuto attendere anche che l’avviso chiusura indagini, un atto piuttosto corposo, venisse tradotto in tedesco”. 

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