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Strage di Viareggio: Moretti e altri 32 rinviati a giudizio

Oltre all’amministratore delegato della società “Ferrovie dello Stato” Mauro Moretti sono stati rinviati a giudizio funzionari, dirigenti e tecnici delle altre società del Gruppo Fs, della ditta Gatx, proprietaria del convoglio, della tedesca Jungenthal, che revisionò il carro e della Cima che lo montò. Il gup del Tribunale di Lucca ha disposto il rinvio a giudizio anche per nove società, sulla base della legge 231/01, per non aver ottemperato alle norme sulla sicurezza sul lavoro. Tra le persone giuridiche che andranno a processo figurano Trenitalia, Fs Logistica, Fs Holding, Gatx, Jugenthal e Cima Riparazioni. 

In conseguenza della strage del 29 giugno 2009 morirono in totale 32 persone, a causa dell’esplosione del gpl fuoriuscito dalla cisterna di un treno merci deragliato mentre attraversava la stazione della città toscana.
Gli imputati dovranno rispondere delle accuse di omicidio e lesioni colpose plurime, incendio colposo e disastro ferroviario colposo; alcuni di loro anche delle violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro. La decisione del gup di Lucca, Alessandro Dal Torrione, é arrivata al termine di poco più di un’ora di camera di consiglio. Il processo si aprirà a Lucca, il 13 novembre prossimo.

Stamattina, nel polo fieristico di Lucca, adibito ad aula di tribunale, i familiari delle vittime della strage erano entrati in corteo con striscioni e mostrando le foto dei congiunti morti nella tragedia di quattro anni fa.
“Tiriamo un bel sospiro di sollievo, si comincia a fare giustizia” ha commentato a caldo Daniela Rombi, che nell’incendio scoppiato nel quartiere vicino alla stazione perse, dopo 40 giorni di agonia, la figlia Emanuela. 
”Ora Moretti deve fare non uno ma due passi indietro, anzi, devono farglieli fare perché da solo non li farà” ha detto invece Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato dalle FS perché nell’ambito dell’udienza preliminare ha svolto un ruolo di consulente per la Cgil e per alcuni dei familiari delle vittime. Parlando con i giornalisti dopo la decisione della corte Antonini ha poi aggiunto: ”Le carte parlano chiaro, ce l’abbiamo messa tutta perché fossero carte scoperte e non, come avvenuto in altri casi, coperte”. I familiari delle vittime annunciano che scriveranno una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché tolga il cavalierato concesso alcuni anni fa proprio a Mauro Moretti. Che in una brevissima dichiarazione riportata dopo la sentenza dalle agenzie di stampa afferma laconicamente “di non aver nulla da dire”.

Di seguito un lancio dell’agenzia Ansa ricostruisce la strage di quattro anni fa, quando a Viareggio si scatenò l’inferno e il cielo diventò arancione:

Il cadavere del piccolo Luca Piagentini venne trovato all’alba. Da ore, in quei metri i vigili del fuoco stavano combattendo con le fiamme, stavano scavando fra le macerie. Ma quel corpicino carbonizzato nell’auto nessuno lo aveva visto. Se ne accorse un soccorritore, per caso. Urlò, quasi svenne. Luca aveva cinque anni: i genitori lo avevano portato là sperando di salvarlo. La famiglia Piagentini abitava davanti alla stazione di Viareggio. Il 29 giugno 2009, alle 23.48, un convoglio con 14 cisterne cariche di gpl deragliò appena entrato nello scalo ferroviario: il primo carro e altri quattro si rovesciarono. In una cisterna si aprì uno squarcio di 40 centimetri. Il gpl fuoriuscì: tre minuti dopo gli scoppi. Le abitazioni di due strade, via Ponchielli e via Porta Pietrasanta, vennero investite dal fuoco. Trentadue le vittime. Della famiglia Piagentini sono sopravvissuti Leonardo, 8 anni, ed il padre Marco, che, per mesi, ha combattuto con la morte: aveva ustioni sul 95% del corpo. Non ci sono più mamma Stefania, 40 anni, e l’altro figlio, Lorenzo, 2 anni, che morì due giorni dopo al pediatrico Meyer di Firenze. La conta delle vittime si è fermata a quota 32 solo sei mesi dopo, nel dicembre 2009, quando all’ospedale di Pisa morì Elisabeth Guadalupe Silva, 36 anni. A impedire che il disastro avesse conseguenze ancor più terrificanti furono due ferrovieri in servizio alla stazione: bloccarono l’arrivo di un Intercity, altrimenti sarebbe entrato nello scalo mentre il fuoco devastava persone e case. Mentre il lavoro dei vigili del fuoco scongiurò il moltiplicarsi delle esplosioni: per ore spararono acqua sulle cisterne cariche di gas rimaste sui binari. Il rischio era che il calore innescasse altri scoppi. Allarmi, sirene, colonne di camion, soccorritori, ambulanze, carabinieri, poliziotti, volontari, protezione civile. Case in fiamme, lingue di fuoco dai tombini, fumo, grida, pianti. ”Mi affacciai alla finestra – raccontò un abitante della zona, Mauro, il giorno dell’anniversario – e vidi delle torce umane che si muovevano. Non riuscivo a capire. Mia moglie mi tirò per i capelli dicendomi di scappare. Ricordo noi sull’auto che ci allontanavamo. Dietro le fiamme e l’inferno. Sopra un cielo che di colpo si era fatto arancione”. Roberto Fochesato era uno dei macchinisti alla guida del treno deragliato. Per poter parlare di quella notte ha dovuto aspettare molto. Alla vigilia dell’anniversario, però, si fece coraggio: ”Quella scena l’ho sempre davanti agli occhi – raccontò – Io e il mio collega che iniziamo a correre mentre una coltre di gpl avanza a due metri da terra. Trovammo rifugio nella sede della Croce verde, non ricordo come ma ce la facemmo. Poi l’esplosione. Ho vissuto l’inferno. I vetri che vanno in frantumi, un signore accanto a me con i capelli bruciati…”.

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Nomi e funzioni dei 33 rinviati a giudizio, tutti maschi, a partire dai “premiati”:
Mauro Moretti, Cav. del lavoro grazie a Napolitano
Michele Mario Elia, Stella al merito del lavoro (aprile 2013), grazie presidente Napolitano

L’elenco completo:

I nomi di Ferrovie:
Mauro Moretti, amministratore delegato del Gruppo;
Michele Mario Elia, amministratore delegato di Rfi;
Vincenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia;
Gilberto Galloni, amministratore di Fs logistica;
Mario Castaldo, direttore della Divisione Cargo di Fs.
Calogero Di Venuta, responsabile Direzione compartimentale Firenze Movimento e infrastruttura, che all’epoca del disastro si era appena insediato;
Angelo Pezzati, predecessore di Di Venuta.
Emilio Maestrini, all’epoca del disastro era il responsabile della Direzione ingegneria, sicurezza e qualità di Trenitalia.
Enzo Marzilli è a capo di una direzione tecnica di Rfi e responsabile del progetto Frecciarossa. E ancora nella “squadra” di Rete ferroviaria si contano:
Giorgio Di Marco, ex direzione tecnica;
Mario Testa, direzione tecnica;
Giovanni Costa, management direzione tecnica;
Alvaro Fumi, responsabile dell’Istituto sperimentale di Rfi;
Francesco Favo, direzione tecnica Rfi-Cesifer (Certificazione sicurezza imprese ferroviarie);
Stefano Rossi, microstruttura materiali d’armamento Rfi;
Giulio Margarita
, all’epoca del disastro direzione tecnica Rfi. Oggi passato all’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Per le altre società del Gruppo, sono indagati:
Salvatore Andronico, divisione logistica di Trenitalia;
Giuseppe Farneti, sindaco revisore di Fs (bilancio 2007), e di Italferr (bilancio 2009).

Alla Cima riparazioni appartengono
Giuseppe Pacchioni, amministratore delegato
Paolo Pizzadini, tecnico Cima riparazioni.

Tra gli indagati stranieri, i dirigenti di Gatx Austria, Gatx Germania, Gatx Polonia, e Officina Jungenthal di Hannover:
Johannes Mansbart, amministratore delegato Gatx Rail Europe e presidente Gatx Rail Germany;
Peter Linowski, responsabile tecnico della Gatx Rail Germany;
Roman Mayer, responsabile tecnico Gatx Rail Austria;
Matthias Barth, Gatx Rail Poland;
Rainer Kogelhaiede, manager Gatx Beteiligungs Gmbh Hannover;
Andreas Carlsson, manager Jungenthal Waggon Gmbh di Hannover;
Uwe Kriebel, officina Jungenthal di Hannover;
Andreas Schroter, officina Jungenthal di Hannover; Joachim Lehamann, officina Jungenthal di Hannover.
Indagati anche Daniele Gobbi Frattini, Massimo Vighini, Andreas Barth,Uwe Koennecke.

Le società.
Sono indagate anche Gatx Austria,Gatx Germania, Gatx Company, Officina Jungenthal, Gruppo Ferrovie dello Stato,R.F.I., Trenitalia, FS Logistica e Cima Riparazioni

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Sui muri della stazione di Viareggio:

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