In tarda mattinata il tribunale di Mantova, senza neanche bisogno del dibattimento in aula, ha assolto sia Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, sia i giornalisti del giornale la Nuova Ferrara, Alessandra Mura e Marco Zavagli, tutti accusati di aver diffamato il pm Mariaemanuela Guerra, prima titolare dell’inchiesta sulla morte del ragazzo ucciso durante un controllo di polizia a Ferrara. Pm che pur essendo di turno non andò sul luogo dell’omicidio, in via dell’Ippodromo, quella mattina del 25 settembre del 2005.
Nello specifico, erano due le frasi pronunciate da Patrizia Moretti e riportate in due diversi articoli di giornale, che avevano fatto scattare la querela da parte della Pm. Per uno dei due il giudice ha stabilito che il fatto non sussiste, per l’altro che il fatto non costituisce reato. Si tratta, infatti, di affermazioni che Moretti ripeté ai giornali ma che aveva appena sentito in aula. Non a caso tra i documenti presentati al giudice dall’avvocato della difesa Fabio Anselmo c’erano gli stessi verbali delle sedute processuali con le frasi pronunciate dai giudici stessi nell’inchiesta principale e in quella bis sui depistaggi operati da alcuni agenti di polizia. Scrive su Popoff Globalist Checchino Antonini, uno dei primi giornalisti a indagare sulla vicenda: “La Guerra accusava Patrizia Moretti di aver dichiarato alla stampa che il fascicolo era rimasto vuoto quasi per quattro mesi dopo le violenze di via Ippodromo. Un’idea che ha preso corpo, però, dalle dichiarazioni di uno degli imputati del processo bis. Non solo, la pm ha denunciato la mamma di Aldro anche perché ha dichiarato che era stata coinvolta dal Csm in un procedimento disciplinare da cui era stata prosciolta. In realtà si trattava di una valutazione per l’incompatibilità ambientale della pm stessa rispetto al caso che, dopo la controinchiesta della famiglia, lasciò alle cure di un altro pm, Nicola Proto, che gli diede tutt’altro tipo di impulso. Anche in questo caso, la dichiarazione della signora era partita dalle parole del procuratore capo di Ferrara, Minna, che dichiarò che la Guerra fu «verberata a sangue dal Csm»”.
Restano in piedi ora “solo” le accuse per i giornalisti Daniele Predieri e l’ex direttore della Nuova Ferrara, diventato nel frattempo direttore della Gazzetta di Mantova, Paolo Boldrini, per due articoli pubblicati nel febbraio 2010 e ritenuti diffamanti dal magistrato che conduceva l’inchiesta. Il giudice Giuditta Silvestrini, dopo aver esaminato le sentenze prodotte dai difensori della madre e dei giornalisti, ha rinviato l’esame dei due casi alla prossima udienza del 4 febbraio 2014.
“Sono molto soddisfatto – ha detto l’avvocato Anselmo – perché con questa querela si era creata una situazione ingiusta e insopportabile: ogni giorno in più di processo rappresentava una tortura per Patrizia Moretti”.
“Giustizia é fatta, mi sento sollevata perché non se ne poteva più” ha detto invece la madre di Federico. “La decisione di Guerra di sporgere querela ci aveva molto sorpresi e amareggiati – ha ricordato – anche perché giunse dopo la sentenza principale. Ora speriamo che Guerra ci lasci in pace”.
Il legale della pm Mariaemanuela Guerra ha annunciato che impugnerà il dispositivo di assoluzione solo nei confronti dei giornalisti e non di Patrizia Moretti. ”Apprendo che il legale della signora Guerra vuole fare appello verso la sentenza di assoluzione odierna solo nei confronti dei giornalisti, i quali peraltro sarebbero rei di aver pubblicato solo le esatte parole da me pronunciate. Mi chiedo quale possa essere il suo reale scopo e se non sia meglio che volti finalmente pagina e si dica la parola fine a questa discutibile vicenda” ha commentato in merito la mamma di Federico.
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