“Sono contenta, ringrazio veramente chi ha proposto e chi approva questa cittadinanza onoraria: dispiace per questo atteggiamenti della Lega, pazienza, il lato positivo, questo riconoscimento mi fa molto più piacere, sicuramente è dedicato a Federico”. La cittadinanza onoraria, ha spiegato la mamma della vittima di ‘malapolizia’, “è un gesto che mi ha commosso. Bologna per me ha un valore fondamentale, perché è proprio qui che ci hanno dato i primi spazi, le prime opportunità per parlare della vicenda”.
Sono queste le prime parole di commento, da parte di Patrizia Moretti, alla cittadinanza onoraria che le è stata concessa oggi dal consiglio comunale di Bologna.
Una riparazione, seppur parziale, dopo l’assurda provocazione contro di lei e contro la memoria del figlio – ammazzato a Ferrara durante un controllo di polizia da quattro poliziotti – messa in scena dal Coisp, una piccola sigla sindacale di estrema destra interna alle forze dell’ordine .
Una scelta, quella di concederle la cittadinanza onoraria di Bologna, che però ha causato una spaccatura all’interno delle forze politiche rappresentate in consiglio e ha scatenato una vera e propria bagarre, protagonisti in particolare i rappresentanti leghisti.
A proporre il riconoscimento era stato il consigliere Benedetto Zacchiroli, eletto nelle liste del Partito Democratico. Secondo il rappresentante del PD Patrizia Moretti è “Un esempio per tutti i cittadini non solo per la piena fiducia che ha riposto nello Stato e nelle istituzioni, ma per la dignità con cui ha lottato in questi anni affinché si arrivasse alla verità sulla morte del figlio”. Leggendo le motivazioni sulla quale si basava la concessione della cittadinanza onoraria, l’esponente renziano ha ricordato che per Amnesty International il caso Aldrovandi rappresenta “un lungo e tormentato percorso di ricerca della verità e della giustizia in cui i familiari del giovane Federico hanno dovuto fronteggiare assenza di collaborazione da parte delle istituzioni italiane e tentativi di depistaggi”.
La proposta, formalizzata in un ordine del giorno poi messo in votazione, ha trovato d’accordo tutti i componenti della maggioranza di centrosinistra e anche quelli del Movimento Cinque Stelle. “Sono onorato di poter contribuire, con il mio voto, a riconoscere a Patrizia Moretti questa onorificenza – ha dichiarato il consigliere grillino Massimo Bugani – una donna che ha sempre dimostrato un’alta coscienza civica, rispetto per le istituzioni e che con fermezza, coraggio e forza ha lottato senza urlare, sempre con dignità, perché si arrivasse alla verità. Quando stamattina Critelli del Pd mi ha informato dell’ordine del giorno gli ho risposto che l’avrei votato a occhi chiusi”. “Anzi – detto Bugani – mi dispiace non essere stato il primo a pensarci”.
Ma la proposta ha scatenato una violenta reazione dei rappresentanti del Carroccio, guidati dal capogruppo Manes Bernardini, che ha sminuito l’iniziativa affermando che il consiglio comunale “distribuisce cittadinanze onorarie come fossero caffè”. Ci è andato giù pesante, Bernardini, che ha definito la proposta inopportuna e strumentale. Anzi, una ‘marchetta’ di matrice politica, presentata con il solo scopo di attirare facili consensi. Dopo l’intervento del loro capogruppo gli eletti leghisti hanno abbandonato i loro banchi, uscendo dall’aula. Anche il Pdl si è detto contrario al riconoscimento, ed ha attaccato il PD, anche in questo caso ritenuto colpevole di “voler strumentalizzare la vicenda per ragioni di campagna elettorale”. “Prima hanno violentato questa istituzione con la volontà di conferire la cittadinanza onoraria ai figli d’immigrati, ora questo – ha gridato in Aula il consigliere di destra Marco Lisei – sono preoccupato da questa deriva perché le istituzioni che il Consiglio dovrebbe difendere sono asservite a interessi di partito”. Entrambe le forze politiche della destra hanno quindi motivato la propria opposizione al testo con un escamotage, senza avere neanche il coraggio di rivendicare la propria contrarietà alla concessione della cittadinanza onoraria basata su una mai celata solidarietà nei confronti di comportamenti delle forze dell’ordine censurati e condannati dalla stessa magistratura. Non è un caso che ad accompagnare idealmente i ‘sindacalisti’ del Coisp sotto gli uffici del comune di Ferrara e ad attaccare la madre di Federico Aldrovandi nei giorni seguenti ci siano stati numerosi esponenti del Pdl, di Fli e di altre forze politiche di destra. Per non parlare dell’europarlamentare Potito Salatto, eletto a Strasburgo nelle liste del Pdl e poi passato a Fli, che si è fatto notare in piazza Savonarola per il suo fare provocatorio e aggressivo nei confronti del sindaco di Ferrara.
Alla fine, messo in votazione, il provvedimento è stato approvato con 19 voti favorevoli su 19 votante, mentre i sei eletti del Pdl non hanno partecipato al voto.
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