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Aldrovandi: i poliziotti del Coisp protestano. Contestati

“La manifestazione del Coisp? Non m’interessa e non commento: hanno già avuto tutte le risposte istituzionali possibili, e anche quelle degli altri sindacati di polizia che su questa vicenda si sono schierati tutti contro di loro. Non hanno il diritto di parlare di Federico, si vergognino per l’ennesimo volta”. Così diceva ieri alle agenzie di stampa Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, il giovane morto il 25 settembre 2005 durante un controllo di polizia a Ferrara, in merito alla manifestazione indetta per oggi a Roma dal sindacatino di Polizia Coisp.

Una protesta davanti alle sedi del Csm e al ministero della Giustizia per denunciare la presunta “disparità di trattamento fra i poliziotti e gli altri cittadini” e per chiedere la possibilità che anche gli altri due agenti coinvolti nella vicenda possano scontare la pena ai domiciliari come Monica Segatto.
Già a marzo, in una delle piazze principali di Ferrara, la sigla sindacale dell’estrema destra aveva organizzato un “presidio di solidarietà” per i poliziotti condannati proprio sotto le finestre dell’ufficio dove lavora Patrizia Moretti. Una provocazione alla quale la donna, coraggiosamente, aveva reagito scendendo dal suo ufficio in piazza con una gigantografia della foto del figlio scattata in obitorio. “Dopo quei fatti, in tantissimi mi hanno espresso solidarietà. E molti poliziotti mi fermano ancora per strada, esprimendomi vicinanza…” racconta la mamma di ‘Aldro’. In molti, anche a livello politico, si erano chiesti indignati chi avesse autorizzato una manifestazione di quel tipo proprio in Piazza Savonarola, e pochi giorni dopo arrivò il trasferimento punitivo del Questore di Ferrara Mauriello.

Ma il Coisp continua la sua battaglia contro quella che ritiene una disparità di trattamento tra cittadini e cittadini in divisa, di cui ritiene responsabile il tribunale di Bologna. “Da decenni vengono concessi gli arresti domiciliari e le pene alternative a tutti i cittadini, tranne che ai poliziotti. Perché?” si chiede Franco Maccari, segretario generale del Coisp, in piazza a Roma con un numero assai esiguo di colleghi che hanno sistemato davanti al palazzo di Via Arenula alcune sagome di agenti in divisa accoltellati alla schiena. “Sul caso Aldrovandi – afferma Maccari – abbiamo i tribunali di sorveglianza, Padova e Milano, che hanno posto agli arresti domiciliari due dei quattro poliziotti coinvolti nella vicenda, mentre il tribunale di sorveglianza di Bologna insiste incredibilmente per tenere dietro le sbarre gli altri due poliziotti condannati. Anche questi uomini – rimarca – scontino la pena ai domiciliari”. Poi, aggiunge il sindacalista delle forze dell’ordine: “Può capitare di sbagliare e le sentenze si rispettano, ma l’applicazione delle pene deve essere coerente e corretta per tutti”.

L’ennesima esternazione del Coisp non è piaciuta ad alcune decine di attivisti del comitato “Giustizia e verità per Aldro” e di alcune realtà territoriali della capitale – ad esempio i centri sociali Astra e Strike – che si sono ritrovati stamattina a pochi metri dal Ministero di Via Arenula per “contestare” gli agenti del Coisp: “Questa manifestazione è una vergogna, come è una vergogna che, scontata la pena, gli agenti che hanno ucciso Federico potranno tornare in servizio” spiega a Today.it Luca Blasi, in piazza insieme a Checchino Antonini, giornalista che tra i primi svelò sulla stampa nazionale quanto era veramente accaduto a Ferrara quella notte del 2005. “Non potevamo consentire questa protesta, così abbiamo fatto quello che fatto Patrizia quando questi agenti si sono presentati sotto la sua finestra: siamo scesi in piazza portando con noi la foto insanguinata del corpo Federico dopo il pestaggio. Per non dimenticare e urlare tutta la nostra rabbia e indignazione a chi specula sulla morte di un ragazzino”.

Intanto, siccome gli uomini in divisa, e soprattutto quelli del Coisp ‘sono discriminati’, neanche mezzora dopo l’inizio della protesta da parte della sparuta pattuglia di sindacalisti il segretario Maccari è stato ricevuto dal sottosegretario alla Giustizia Ferri. Invece gli attivisti che altrettanto pacificamente sono andati a esporre la foto del 18enne ammazzato a Ferrara durante un controllo di polizia tramutatosi in un pestaggio sono stati identificati dagli agenti di guardia al Ministero, perché la loro manifestazione non era autorizzata.
E’ vero, è proprio vero: la legge non è uguale per tutti.

Il video della contestazione: http://video.repubblica.it/edizione/roma/caso-aldrovandi-contestazioni-contro-il-presidio-del-coisp/127582/126083

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1 Commento


  • Nibbio

    Intervenga la Procura e denunci, riscontrando gli estremi evidenti, il COISP e gli altri soggetti coinvolti.
    L’ennesima “anomalìa” italiana,… basta.

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