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Gli assassini di Aldrovandi tornano in servizio

I poliziotti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi torneranno in servizio tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio: è la decisione presa da commissioni disciplinari composte da sindacalisti, una decisione che sia il Viminale che il resto del mondo politico hanno deciso di avallare tranquillamente.

Paolo Forlani, Luca Pollastri, Monica Segatto e Enzo Pontani – i quattro agenti condannati per l’uccisione di Federico – sono quindi stati reintegrati. Per aver pestato a morte un ragazzo di 18 anni i quattro poliziotti hanno scontato sei mesi di detenzione, tornando tutti in libertà durante l’estate scorsa. I genitori di Federico non sono nemmeno stati avvertiti di questa decisione ma l’hanno appreso da alcune fonti giornalistiche; hanno chiesto di poter visionare i fascicoli con i provvedimenti disciplinari dei quattro assassini ma gli è stato negato perché secondo la legge non sarebbero ‘diretti interessati’. Dopo gli insabbiamenti giudiziari, gli affronti del sindacato di polizia Coisp, le dichiarazioni infami di personaggi come Giovanardi e la condanna a pene irrisorie per gli agenti coinvolti (che hanno ovviamente goduto di tutte le attenuanti del caso), la decisione di reintegrarli in servizio è l’ennesimo schiaffo alla morte di Federico e alla battaglia che – nonostante tutto – i suoi genitori continuano a portare avanti da anni con fatica e con coraggio per ottenere giustizia.

Che i quattro assassini venissero radiati dai corpi di polizia è sempre stata una ferma e comprensibile richiesta di Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi ma a quanto pare il pestaggio gratuito di un ragazzo di 18 anni, morto sotto i colpi dei manganelli, è un fatto trascurabile per chi ha deciso di reintegrarli in servizio. Lo commenta amaramente la mamma di Federico: “Io ho letto il regolamento della polizia: la radiazione anche è prevista per il disonore alla divisa. E questo per me è alto tradimento. Basta leggerle le cose, basta volerle applicare, per me gli appigli ci sono. Ma forse non vogliono farlo».

da Infoaut

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