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Caso Bifolco, il 23 luglio arriva la sentenza

Un mese e mezzo per la sentenza del caso di Davide Bifolco, il 16enne morto nel quartiere Traiano di Napoli nella notte tra il 4 e il 5 settembre scorso a causa di un proiettile sparato dalla pistola del carabiniere Giovanni Macchiarolo.
I carabinieri, a caccia del latitante Arturo Equabile, si sarebbero invece lanciati all’inseguimento del ragazzo avvistato in motorino insieme ad altre due persone.
Durante l’udienza preliminare andata in scena questa mattina nel tribunale a Napoli, l’agente ha chiesto, attraverso il suo legale Salvatore Pane, il giudizio abbreviato, concesso dal gup Ludovica Mancini, che ha fissato il momento della verità per il prossimo 23 luglio quando verrà emessa la sentenza.
In quasi nove mesi di indagini più o meno serrate, la dinamica dei fatti accaduti a Napoli quella tragica notte non è ancora molto chiara: la difesa del carabiniere sostiene che Macchiarolo sarebbe inciampato e che il colpo sarebbe partito in modo accidentale ma colpendo in pieno petto il neanche diciassettenne Davide. 
La famiglia Bifolco, attraverso il suo avvocato Fabio Anselmo, ha invece offerto una prospettiva diversa della storia: sarebbe stata l’auto dei carabinieri a speronare il motorino dopo un lungo e spericolato inseguimento, e poi l’agente avrebbe sparato volontariamente ad altezza d’uomo, trafiggendo in pieno il cuore del ragazzo.
Adesso il militare Giovanni Macchiarolo è accusato di omicidio colposo, aggravato all’aver commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti a un pubblico servizio.
Questa mattina, in concomitanza con l’udienza preliminare, parenti e amici hanno realizzato un improvvisato sit in davanti al tribunale di Napoli, chiedendo che il responsabile dell’omicidio venga adeguatamente punito. “E’ nato un percorso di mobilitazione per Davide” recitava una nota diffusa dall’associazione dedicata alla giovanissima vittima di malapolizia nei giorni scorsi. “Abbiamo già costruito una serie di iniziative, come il corteo del 18 aprile assieme alla famiglia di Davide e con tutte le realtà attive sui diversi territori di questa città. Lanciamo un appuntamento per concentrarci davanti al tribunale non solo per dare solidarietà alla famiglia di Davide, ma per continuare a lottare, per avere giustizia e verità e per non dimenticare ciò che è stato”.

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