L’inizio del processo Uva continua ad essere un calvario. Dopo un’udienza preliminare fiume, il gip di Varese Stefano Sala ha deciso che, prima di decidere se comincerà o meno il dibattimento, riascolterà i testimoni, ed ha rinviato tutto al prossimo 14 luglio.
Quello di oggi è stato un nulla di fatto sostanziale, dopo che per tutta la giornata avevano parlato gli avvocati dei sei poliziotti e del carabinieri indagati per la morte di Giuseppe Uva (un altro carabiniere aveva chiesto il rito abbreviato e quindi viene processato a parte), deceduto la notte del 14 giugno del 2008 dopo esser stato fermato insieme all’amico Alberto Biggiogero nel centro di Varese e condotto in una caserma dell’Arma. Prima degli avvocati difensori era stato il turno delle parti civili rappresentate dagli avvocati Fabio Anselmo, Fabio Ambrosetti, Alessandra Pisa e Fabio Matera.
Fuori dal palazzo di giustizia di Varese è anche andato in scena stamattina un presidio di protesta al grido di «Siamo tutti Giuseppe Uva». Un particolare che ha infastidito i difensori degli uomini in divisa, che hanno bollato l’iniziativa come tentativo di influenzare il giudice.
«È giusto andare al dibattimento perché secondo noi ci sono prove evidenti a carico degli imputati», queste le parole dell’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Uva. Il legale, nel corso dell’udienza preliminare, ha ribadito la richiesta di un rinvio a giudizio di militari e agenti con l’imputazione di omicidio preterintenzionale. ”Abbiamo chiesto che gli imputati vengano processati – ha spiegato da parte sua l’avvocato Fabio Matera, che assiste il fratello e la madre di Giuseppe Uva – perché é l’unico modo per fare chiarezza sulla vicenda”.
Nella scorsa udienza invece il procuratore di Varese facente funzioni Felice Isnardi – che ha sostituito il contestatissimo Agostino Abate – aveva chiesto al gup Giuseppe Sala il proscioglimento dei poliziotti e del carabiniere dalle accuse di omicidio preterintenzionale, arresto illegale e abbandono di incapace e il rinvio a giudizio per il solo abuso d’autorità.
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