Aggiornamenti da Napoli dove sabato c’è stato il corteo per Davide Bifolco, 17enne ucciso dai carabinieri per non aver rispettato un alt a un posto di blocco.
uno scritto della sua professoressa:
Chi non conosce Davide e la sua famiglia personalmente (come li conosco io da decenni!), non si permetta di definirlo delinquente, mai più! È una famiglia di brave persone, umili, grandi faticatori, ignoranti, è vero, e soprattutto vittime delle “abitudini” acquisite vivendo e crescendo in un quartiere ai limiti della legalità, un quartiere al quale io sono FIERA di appartenere perchè fatto anche del rovescio della medaglia: di persone unite, accoglienti, empatiche e generose, gente che si divide il dolore nelle disgrazie e la felicità nelle cose belle!!! Ho visto tanta gente morire in questo quartiere e non è mai avvenuto ciò che sta avvenendo adesso, perchè tutti sapevano che magari chi moriva stava vivendo una vita altamente a rischio e nell’illegalità. Ma adesso no, adesso è morto un ragazzino che amava il calcio, gli amici e i giri in scooter. Tutto qui. È morto per mano della superficialità dello stato, che arma di pistola un 22enne esaltato in un quartiere a rischio come il nostro che non aspetta altro che vivere il suo momento adrenalinico di gloria che sognava magari da bambino, è morto MIO FRATELLO, MIO FIGLIO, IL MIO ALUNNO, MIO NIPOTE!!! Davide poteva abitare la casa di chiunque e distruggere il cuore di qualsiasi famiglia. Giudicare rende anche voi vittime, vittime di un borghesismo e di una grettezza morale che vi renderà sempre più prigionieri dei vostri falsi pregiudizi!!!
SOLIDARIETÀ, È TUTTO QUELLO CHE CI RESTA DA FARE: DAVIDE NON TORNERÀ MAI PIÙ A CASA PER COLPA DELLA SUPERFICIALITÀ CHE AVVOLGE LE NOSTRE VITE!
e uno di una persona che al corteo c’era.
Funziona così. La celere avanza e tira i lacrimogeni, ma i ragazzini sulla rotonda mica indietreggiano. Allora l’Italia Spa, che oggi non può calcare troppo la mano, ricorre al secondo esercito, quello informale, che non ha bisogno di divisa per controllare il territorio. In un lampo arrivano su un grosso scooter due personaggi inequivocabili, parlottano un po’ con qualche uomo in giacca e cravatta, e decretano che la rotonda va liberata. Soprattutto stasera che è sabato e le basi di bamba ed erba devono lavorare a pieno regime. I ragazzini però nemmeno stavolta indietreggiano. Devono arrivare madri e padri, sorelle e fratelli maggiori, a ricordargli le regole della prudenza, in una città governata da due poteri che in fondo sono la stessa cosa. Cosa loro, naturalmente. “Dobbiamo restare qui per Davide, si no che simm venut a ffa?”, chiede urlando a tutti gli altri uno di loro col doppio taglio, che c’avrà sì e no tredici anni. Anche se non sa nemmeno lui bene cosa fare: che ne sa di diritti questo soldo di cacio cresciuto qui, che poco fa sfilava sotto il nubifragio, dietro uno striscione che chiedeva giustizia, mentre la maglietta gli si incollava addosso? Però ha più coraggio dei due eserciti messi insieme, che poi sono uno solo. E io penso che ce serve overament ‘na speranza pe’ campa’ rimane…
un paio di video del corteo
http://video.ilmattino.it/
un saluto a Davide da Palermo:
https://scontent-a-dfw.xx.
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