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Armi letali contro i dimostranti. Avviso ai naviganti da Barcellona

Anche l’Italia rischia di costarvi un occhio. La notizia è un pugno nello stomaco, di quelli completamente inaspettati. Di quelli che ti fanno rivoltare le interiora fin nel profondo.
Ieri mattina l’ANFP (Associazione Nazionale Funzionari di Polizia) ha presentato il suo documento “Dieci anni di ordine pubblico”, a palazzo Chigi. Nell’occasione l’associazione ha presentato un decalogo di proposte di repressione fisica delle manifestazioni di piazza: tra queste, quella che fa più male e che fa più riflettere è la proposizione di usare proiettili di gomma.
I proiettili di gomma possono essere un’arma letale. Sono nati per la repressione delle manifestazioni repubblicane in Irlanda del Nord, e lì negli anni hanno causato la morte di diciassette persone e il ferimento di centinaia. Sono utilizzati ampiamente in Israele (dove la concessionaria è l’azienda italiana Fiocchi) e in Russia, dove pure sono conteggiabili diversi casi di morti e ferimenti gravi. E nella nostra Europa mediterranea un paese dove l’utilizzo dei proiettili di gomma è famigerato è la Spagna.
In Spagna, dalla fine del regime di Franco a oggi, sono stati accertati nove casi di morte a causa dell’utilizzo di proiettili di gomma da parte dei vari corpi di polizia. E, soprattutto, il loro uso in Spagna si è creato una sinistra fama, in Italia e nel resto d’Europa, a causa di una statistica peculiare: dal 1990 al 2015, è documentato che 30 persone abbiano perso un occhio in seguito all’urto di proiettili di gomma. La maggioranza di questi casi è stata documentata nella Barcellona dove viviamo; in tre casi si è trattato di italiani. Uno di questi, Nicola Tanno, è un nostro compagno.

Noi ci siamo mobilitat* per anni, insieme alle associazioni Stop Bales de Goma e OjoConTuOjo, per chiedere la fine dell’utilizzo di un mezzo così inumano di repressione e per sensibilizzare la popolazione a tal fine. Abbiamo organizzato manifestazioni di piazza ed eventi culturali, abbiamo scritto a stampa e istituzioni di ogni tipo, abbiamo fatto i nostri sacrifici perché nessun@ dovesse più trovarsi con mutilazioni e ferite solo per aver partecipato a una manifestazione di qualunque genere. E abbiamo ottenuto le nostre piccole vittorie: dall’anno scorso, nella Catalogna dove viviamo, i proiettili di gomma sono stati tolti dall’equipaggiamento dei Mossos d’esquadra. La polizia catalana, dai suoi fucili italiani Franchi e Benelli, è ora autorizzata a sparare solo gli ufficialmente meno dannosi proiettili viscoelastici: una vittoria comunque parziale, incompleta, che ci porta a continuare a lottare per l’abolizione totale di simili strumenti di repressione, oltre che per la giustizia per le vittime di tanta barbarie.

Noi non ci stiamo. Abbiamo lottato per anni affinché il loro utilizzo venisse proibito in Spagna, e abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per limitarlo nella nostra Catalogna. Anni di lotte, di manifestazioni, di momenti di tristezza, di rabbia e di paura. E ora un’associazione di funzionari di polizia tenta di introdurli nel paese dove siamo nat*, dove vivono le nostre famiglie, dove abbiamo amicizie e dove agiscono i contesti di lotta da cui proveniamo. Non vogliamo sapere di altri nostri compagni senza un occhio, o magari peggio. Non vogliamo che chiunque vada a una manifestazione possa rischiare di avere il proprio futuro rovinato per un proiettile di gomma. Non vogliamo che, in un mondo che sta lentamente abbandonando il loro utilizzo inumano e brutale, possano andare a essere adottati in un paese per i cui potenti l’inumanità e la brutalità sembrano essere il pane quotidiano.
I proiettili di gomma non passeranno.

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