Ieri mattina presto la Digos si è presentata nella casa della diciannovenne Maya Bosser Peverelli per sequestrare degli oggetti personali in relazione alla vicenda di cui abbiamo già parlato sul nostro giornale nel giugno scorso.
Su quanto avvenuto, l’Osservatorio contro la Repressione scrive:
Tutti ci ricordiamo più o meno com’era andata: una sera mentre Maya tornava a casa, assiste a un controllo di polizia su due ragazzi e decide di avvicinarsi. È bastato questo perché la polizia decidesse di chiamare dei rinforzi e di portarla in commissariato. Durante il viaggio Maya subisce varie violenze e insulti da parte dei poliziotti, in particolare all’interno del commissariato le viene tirato un pugno in un occhio. Viene rilasciata con un verbale molto poco chiaro in cui le veniva contestato l’oltraggio e il possesso di alcuni chiodini da muro nel marsupio.
La mattina dopo Maya decide di farsi refertare gli evidenti segni di violenza, e sporgere denuncia.
Numerose sono state le iniziative in solidarietà a Maya da parte di persone a lei vicine e ancor di più da parte di chi non l’aveva mai conosciuta prima.
Circa un mese fa c’è stato il primo interrogatorio riguardante la denuncia sporta da Maya come parte offesa, interrogatorio difficile in cui il pubblico ministero, che è la stessa che fra l’altro segue la denuncia sporta invece nei confronti di Maya, non faceva altro che soffermarsi sui dettagli e cercare di farla apparire come una bugiarda. Conosciamo questi teatrini nei tribunali, in cui la donna offesa diventa l’imputata e si dubita di lei.
Non non ne avevamo bisogno per sapere che Maya dice la verità, ma durante il processo si è venuti a conoscenza anche di un video all’interno del commissariato in cui si vede perfettamente il poliziotto che le tira un pugno. Dopo il processo infatti la denuncia contro ignoti diventa denuncia contro noto, della cui identità però né Maya né le persone a lei vicine sono state messe a conoscenza.
La polizia è vigliacca, e poiché tutti sanno cosa è successo quel giorno, ora cercano di vendicarsi su Maya. Lo hanno fatto quando l’hanno successivamente incontrata alle iniziative, insultandola e cercando di umiliarla, e lo hanno fatto anche stamattina, quando sono piombati in casa sua per sequestrarle il cellulare con un mandato poco chiaro.
La motivazione con cui giustificano ciò che è accaduto oggi è che nel telefono di Maya sarebbero presenti delle richieste di aiuto mandate per sms ai suoi amici durante la notte di tensione e per il pubblico ministero quello sarebbe un materiale necessario ai fini del processo. Ma non pensino di prenderci in giro, perché è sotto gli occhi di tutti che questi sono gesti intimidatori: non hanno nemmeno rispettato la procedura che prevedeva, in quanto il materiale era in possesso della parte offesa, la richiesta al suo avvocato per entrare in possesso del “necessario”.
La vicenda è emblematica di come ancora una volta si cerca di nascondere il lavoro sporco della polizia e di come una donna che subisce violenze ha sempre qualche motivo per “meritarsele”.
La loro coda di paglia si vede anche se cercano di camuffarla sotto una divisa, la loro vigliaccheria è è visibile sulle loro facce come il pugno che avevano dato a Maya.
Maya non è sola. Non lo è mai stata e non lo sarà nemmeno stavolta!
#iostoconmaya #setoccanounatoccanotutte #vigliacchi
Io sto con Maya – Se toccano una, toccano tutte
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Roberto ZANTEDESCHI
Mi spiace tantissimo, ma so per esperienza che le forze dell’ordine e Istituzioni in genere sono capaci di fare molto peggio, godendo di un buon grado d’inpunita, soprattutto per il fatto che spesso ci si ritrova soli ad affrontarli…. https://www.facebook.com/RobertoZANTEDESCHI/?ref=settings
alessandra
Cari ragazzi, i miei nonni e zii, vittime dei fascisti e schierati nella Resistenza, nei loro racconti mettevano sempre “quando cadde il fascio”… ma quello che continua a succedere ai GIUSTI è l’ennesima sconvolgente dimostrazione che IL FASCIO NON E’ MAI CADUTO, poveri nonni… una prode creatura si avvicina ai macellai che menano la gente in mezzo alla strada e viene fatta a pezzi senza pietà… perché NON ci può essere atto di tracotanza più forte né delitto più imperdonabile della ribellione al Regime… e se ti rifiuti di chinare il capo, se NON vuoi subire, per questo devi essere massacrato… non parliamo poi di quello che hanno fatto a Maya in Commissariato passandola liscia… NON vedo differenze, perché NON ci sono, con quello che hanno fatto a Cucchi… Maya è stata solo più fortunata perché è ancora viva… Dire che la abbraccio forte è poco… vorrei esprimerle de visu tutta la mia solidarietà quando riuscirò ad incontrarla… anche io, come lei, mi sono rifiutata di chinare il capo di fronte alla prepotenze, e alla VIOLENZA CRINIMALE dell’abuso più forte che esista, l’abuso di potere… la mia battaglia contro un’Amministrazione che voleva fare il suo comodo per tornaconto ROVINANDO le persone e fottendosene altamente della vita degli altri io l’ho dovuta combattere con altre modalità, DA SOLA, perché chi aveva il dovere di tutelarmi se ne è altamente sbattuto… strenuamente, senza arrendermi MAI, facendo appello SOLO alle mie forze e alle mie doti… sono vicina alla fine, e comunque vada, spero bene, sarà stata una cosa GRANDIOSA, dato che crea un precedente… questo mi rende AFFINE a Maya e a tutti quelli che le si stringono intorno… finchè ci saranno persone come lei, come voi, come noi, i fascisti NON l’avranno vinta… lasciatemi essere per un attimo felice per tre ragazzi innocenti che oggi hanno rivisto la luce del sole…